Sotto il sole di Riccione, un altro esperimento non del tutto riuscito
È arrivato su Netflix 'Sotto il Sole di Riccione', film estivo che richiama la cultura di 'Sapore di Mare' e trascina lo spettatore sulle spiagge di Riccione, con le musiche di Tommaso Paradiso e i TheGiornalisti
di Erika Pomella / 02.07.2020 Voto: 5/10
Trentasette anni fa nei cinema arrivava il film Sapore di mare, pellicola firmata da Carlo Vanzina, che seguiva le vicissitudini di un gruppo di persone nella Toscana dei Forti dei Marmi, tra gelosie, innamoramenti e nostalgie. Sapore di Mare, nella cinematografia italiana, ha rappresentato una sorta di pietra miliare, una pellicola cult e pop che ha gettato un vero e proprio immaginario nel cinema italiano, soprattutto in quello che rimanda l'idea dell'estate, di quel periodo in cui tutto sembra possibile.
Sotto il sole di Riccione, che segna il debutto del duo noto come YouNuts!, è la pellicola che ha debuttato su Netflix lo scorso 1 Luglio e che rappresenta forse il primo erede di quel tipo di cinema anni '80 di cui Sapore di Mare è l'esponente massimo. Il titolo della pellicola deriva dal titolo del brano omonimo dei TheGiornalisti, le cui musiche corrono lungo tutta la narrazione, rappresentando una sorta di protagonista aggiunto e, molto spesso, invadente.
La storia ruota intorno a un gruppo di ragazzi che si trova nella ridente Riccione nella stagione estiva: tutti loro hanno a che fare con sentimenti che non hanno il coraggio di confessare o che hanno paura di provare. Tra partite a beach volley, concerti in arene all'aperto, giochi da fare in spiaggia e la guerra dei sentimenti che "ormai si combatte sui social", tutti i protagonisti cercheranno di dare un senso alla loro estate, decidendo di inseguire la propria personale idea di felicità. Tra le "anime perse" in cerca di un'estate fantastica c'è anche Isabella Ferrari, mamma chioccia al seguito di un figlio cieco e con qualche difficoltà ad accettare l'idea che il ragazzo sia cresciuto e possa non avere più bisogno di lei. Ma sarà proprio Riccione a far scoprire a questa mamma in debito di divertimento che c'è ancora possibilità e lo scoprirà forse grazie ad un buttafuori interpretato magistralmente da Luca Ward.
Tra gli altri nomi che figurano nel cast Cristiano Caccamo, Saul Nanni, Ludovica Martino e un Andrea Roncato che, più di tutti, serve a creare un ponte tra la tradizione cinematografica estiva di anni '70 e '80 e il nuovo mondo delle produzioni Netflix. Un compito che può essere svolto anche dalla Ferrari che proprio in Sapore di Mare interpretava Selvaggia: il ruolo di Irene in Sotto il sole di Riccione è come la chiusura di un cerchio, una narrativa iniziata nell'83 e ora arrivata al suo punto di cesura. Breve cameo anche per Tommaso Paradiso, ex leader dei TheGiornalisti che ha scelto di intraprendere la carriera da solista.
Sotto il Sole di Riccione arriva a un paio di mesi di distanza dalla serie Summertime, una rivisitazione di Tre Metri Sopra il Cielo che sottolineava un desiderio di estate che, nel 2020, a causa del periodo che il paese ha dovuto affrontare per l'emergenza sanitaria collettiva, è più forte che mai. Nello stesso modo il film appena arrivato su Netflix sembra inseguire proprio un senso di leggerezza: le preoccupazioni non trovano ampio spazio in questo racconto, fatto essenzialmente di cliché "stagionali": non tanto, forse, per mancanza di idee, ma proprio per un desiderio di restituire allo spettatore la sensazione di piacevole spensieratezza, regalando un mondo dove il problema principale è trovare il modo di confessare a qualcuno i propri sentimenti.
Tuttavia l'esperimento non si può dire del tutto riuscito. Sotto il Sole di Riccione è una pellicola che si lascia guardare, anche grazie ad un minutaggio che non vuole strafare e che rende il film come un piccolo scacciapensieri da mettere in sottofondo per spegnere il cervello. Il problema principale, però, è che questa leggerezza è così estesa che allo spettatore non viene concesso nemmeno il lusso di entrare del tutto in empatie con le storie che vengono raccontate. Da una parte per colpa di qualche incertezza a livello interpretativa, dall'altra per una totale mancanza di spessore intorno ai personaggi, che finiscono con l'essere davvero troppo stereotipati. Non a caso, infatti, la storyline che prende di più è proprio quella rappresentata dall'incontro/scontro tra i personaggi di Isabella Ferrari e Luca Ward.
La sceneggiatura di Enrico Vanzina non presenta dunque chissà quali exploit narrativi, ma soprattutto non si preoccupa di rappresentare una parabola di crescita: in realtà la sensazione prorompente che si ha vedendo il film – che visivamente mantiene elementi accattivanti – è quella di assistere ad un videoclip interminabile dei TheGiornalisti. Il taglio di montaggio, così come la scelta di alcune inquadrature sembrano arrivare direttamente dal mondo delle clip musicali e dal momento che le canzoni della band sono davvero insistenti nella loro presenza, Sotto il Sole di Riccione finisce con l'essere più un manifesto della loro arte musicale, che un racconto dal quale lasciarsi irretire.