Smetto quando voglio, la recesione
Un film italiano ironico, divertente, con un cast eccezionale e una sceneggiatura che rispecchia la realtà ma allo stesso tempo propone chiavi di lettura originali, è una rarità nel cinema di casa nostra. Non potete perdere un'occasione del genere.
di Giorgia Tropiano / 01.02.2014 Voto: 8/10
Smetto quando voglio è il primo lungometraggio di Sidney Sibilia, che, dopo aver girato vari cortometraggi con i quali vince molti festival, decide di debuttare sul grande schermo con una sceneggiatura scritta a sei mani con Valerio Attanasio e Andrea Garello. La riuscita dell'opera è anche merito di un cast di attori, capeggiati da un sempre più convincente Edoardo Leo, che interpretano alla perfezione i ruoli assegnati loro dal regista.
La trama del film è molto semplice perché rispecchia alla perfezione ciò che i giovani vivono in questo momento nel nostro paese. Pietro Zinni (Edoardo Leo) è un ultratrentenne ricercatore universitario che vive con la fidanzata ma hanno problemi a tirare avanti. La situazione precipita quando a Pietro non viene rinnovato il contratto annuale dall'università e si ritrova senza alcuna entrata economica da un giorno all'altro. Lui è un secchione super intelligente che ha sempre e solo studiato e ora non sa che fare della sua vita, fino a che non ha un lampo di genio, cioè quello di sfruttare le proprie conoscenze e quelle di altri suoi amici e colleghi che come lui hanno una laurea ma fanno altri lavori pur si mantenersi, per mettere su una banda di criminali e fare soldi fregando quello Stato che ha già fregato loro.
Cosa possono fare laureati in Economia, Lettere, Antropologia, Archeologia, Chimica e Neurobiologia se non riescono a trovare un lavoro che metta in risalto i loro studi e le loro capacità e devono fare i benzinai, i lavapiatti o altri lavori simili pur di tirare avanti? Ce lo dice Sidney Sibilia con questo piccolo gioiello del cinema italiano. Ovviamente la piega che prende il film diventa pura finzione e le situazioni degenerano nel grottesco ma la base dell'opera , e lo dico da giovane laureata, rispecchia perfettamente il vero. Il film propone una varietà sfaccettata di categorie umane, giocando sull'ironia, guardando alla commedia all'italiana ma anche al cinema americano, nonché ai serial come Breaking Bad, che ormai stanno spopolando tra i giovani più delle pellicole, diventando vere ossessioni e, come in questo caso, fonte di ispirazione.
In un periodo di crisi grave come quello di questo periodo in Italia, dove la situazione soprattutto per i giovani sta raggiungendo livelli di non ritorno, dove gran parte dei laureati, spesso con lode e in discipline importanti, sono costretti a fare lavori che non rispecchiano le loro capacità pur di guadagnare quel poco che serve per andare avanti, riuscire a realizzare un film italiano intelligente, ironico, che mostri la situazione alla perfezione ma con il sorriso sulla bocca, con battute e dialoghi divertenti e una sceneggiatura bizzarra ma che regge dall'inizio alla fine, è qualcosa di miracoloso. Smetto quando voglio è un esempio di cinema italiano di cui andare fieri.