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Slender Man, la recensione

Qualche buona trovata, di chiara ispirazione orientale, ma nulla di nuovo all'orizzonte se non i soliti stereotipi di genere che alla lunga rendono il film prevedibile e stucchevole. Manca a questo Slender Man un contesto che renda quantomeno credibile l'intreccio.

Quasi un decennio dalla nascista di Slender Man ad oggi. Quasi un decennio in cui una leggenda metropolitana è diventata un meme che ha trovato diffusione virale fino a diventare un macabro caso di cronaca nera. Era il 2014 e "a causa" dello Slender Man una bambina fu accoltellata dalla sorella e dall'amica. Motivo? Un sacrificio per il demone/fantasma. Fatta questa breve premessa introduttiva, sono passati molti anni, forse troppi. E questa creepypasta è passata in sordina, insieme al fascino di questa oscura presenza priva di volto, ben vestita, alta circa tre metri, con arti molto lunghi e tentacoli dietro la schiena. Perchè in fin dei conti, qualsiasi moda nata via internet o social, svanisce in breve tempo. Per cui, la domanda che uno si pone è: ha senso portare oggi sul grande schermo questo personaggio? Se il risultato è Slender Man (il film) la risposta è no. Prodotto da Vanderbilt, scritto da David Birke e diretto da Sylvain White, questo film fa acqua da tutte le parti. Non riesce ad acquisire una vera identità e preferisce strizzare l'occhio maldestramente ad una serie di filoni come il J-Horror e il teen horror.

Nello specifico, Slender Man inizia proprio come il più comunque dei teen horror. Il gruppo di ragazze che nel più classico ed americano pigiama party, evocano questo mostro dal nulla. O meglio, da un video pieno di immagini sconnesse ed inquietanti. E chi mastica un po' di cultura horror, già ha trovato la prima citazione a The Ring. Proseguendo, la storia attira subito l'attenzione ed il ritmo frenetico. La velocità di esecuzione dello script però mette in luce proprio i suoi limiti. Sparisce la rossa Katie dopo una manciata di minuti, l'unica che credeva realmente alla leggenda, e quindi partono subito le indagini per capire dove sia finita.

Tra un cliché e l'altro, le tre giovani attrici inizieranno piano piano a dividersi. Chi per paura, chi per un motivo poco credibile, chi per andare dietro ad un ragazzo. Ma il filo-Slender Man le tiene inevitabilmente unite dal momento che sono state loro ad evocarlo. E per questo, Slender Man le vuole con sé e dà loro la caccia. Senza scendere nel fastidioso spoiler, la trama a grandi linee è proprio questa. Nulla di nuovo all'orizzonte se non i soliti stereotipi di genere che alla lunga rendono il film prevedibile e stucchevole. Qualche buona trovata, di chiara ispirazione orientale, c'è ma acquisisce valore solo se decontestualizzata. Come ad esempio l e sequenze della videochiamata che lo Slender Man fa alle malcapitate. Ciò che manca a questo film è proprio un contesto che renda quantomeno credibile l'intreccio. Troppe cose gettate a casaccio e fin troppo sbrigative, come se si avesse fretta di arrivare al finale. E non basta qualche inserto che oscilla tra l'onirico e lo psichedelico a salvare una situazione davvero insalvabile.

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