Sister: la recensione
Sister: la recensione

Sister: la recensione


Recensione del film Sister (2012) diretto da Ursula Meier e con protagonisti Kacey Mottet Klein, L
Voto: 6/10

Sister è l’opera seconda della regista svizzera Ursula Meier, con Kacey Mottet Klein (già visto nel precedente film della Meier, Home) e Léa Seydoux, nuova stella del cinema francese, vista di recente in Midnight in Paris. La pellicola è stata presentata in concorso all’ultimo festival di Berlino, dove ha vinto l’orso d’argento speciale della giuria.

Il giovane Simon (Kacey Mottet Klein) vive in un appartamento popolare con la sorella maggiore Louise (Léa Seydoux), spesso assente. È orfano e si mantiene rubando oggetti ai turisti nelle stazioni sciistiche durante l’inverno e rivendendole poi ai suoi amici. La sua vita procede sempre uguale e spesso è lui a doversi prendere cura della sorella che pensa solo a divertirsi, esce con diversi uomini e perde i lavori di continuo. Ma fra i due c’è un rapporto molto stretto che nasconde un segreto…

Simon è un dodicenne che ha dovuto crescere in fretta, sa occuparsi di se stesso e ha trovato un modo per poter prendersi cura anche di sua sorella, molto meno matura di lui. Ma è pur sempre un bambino, con le sue paure, le sue fragilità e il suo bisogno di affetto; la vita non gli ha riservato nulla di bello, a cominciare dalla famiglia. Questa descrizione potrebbe essere quella di uno dei tanti protagonisti dei film dei fratelli Dardenne, modello palese della regista. Ma c’è una differenza fondamentale: i film dei registi belgi, pur nel loro realismo e nella loro asciuttezza, riescono a coinvolgere lo spettatore e ad avere un forte spessore emotivo; Sister invece non riesce a trasmettere emozioni, rimane freddo e inconsistente, si limita a descrivere la quotidianità dei due protagonisti senza arrivare ad una conclusione, non a caso il film non ha una fine, si conclude in medias res così come era iniziato. Molto più riuscito è 17 ragazze, altro film visto di recente e prodotto da Denis Freyd, la produttrice dei fratelli belgi, anch’esso dardenniano nello stile, ma che aggiunge personalità ed emozione, quello che manca alla Meier.

Sister si sviluppa in verticale, si passa dalla pianura povera e disagiata delle torri popolari dove vivono i due protagonisti, alle montagne dove si trovano le stazioni sciistiche occupate da ricchi turisti in vacanza. La location, il paesaggio è la vera anima della pellicola, due mondi diversi si incontrano grazie alle scalate giornaliere del ragazzo e ai suoi viaggi sulle funivie, unico modo per raggiungere il “luogo di lavoro”, dove può fingere di essere uno di loro, un ricco figlio di alberghieri e, per pochi minuti, dimenticare il suo disagio, la sua solitudine.

Punto di forza di Sister sono sicuramente i due attori: brava e in parte la Seydoux, ma il vero talento è il piccolo Mottet Klein, che regge da solo l’intero film.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 6 su 10
Sister
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