Signori ... le paté de la maison
Signori ... le paté de la maison

Signori … le paté de la maison: l’opera di Maurizio Micheli al Sistina


Lo spettacolo di Micheli, pur con qualche volgarità di cui si sarebbe volentieri fatto a meno, riesce comunque a divertire gli spettatori, trasportandoli all'interno di una continua diatriba, tenendo sempre un ritmo più che eccellente
Voto: 7/10

Al teatro Sistina di Roma è arrivato, dopo il successo riscontrato nella prima tranche del tour iniziato a fine 2014, Signori … le paté de la maison, spettacolo con la regia di Maurizio Micheli che si basa sulla commedia francese Le Prenom di Matthieu DeLaporte, già traspota nei cinema nostrani con il titolo Cena tra amici, e già oggetto di un remake tutto italiano, Il nome del figlio, di Francesca Archibugi. Sul palcoscenico del Sistina, oltre lo stesso Maurizio Micheli, anche Sabrina Ferilli, Pino Quartullo, Massimiliano Giovanetti, Claudia Federica Petrella e Liliana Oricchio Vallasciani.

Immaginatevi una casa; meglio, un salotto caldo e accogliente, con un camino con vecchie fotografie di famiglia; un salotto con mobili in legno scuro, con libri che si affacciano su un tavolo apparecchiato, e una madre di famiglia pronta a sbalordire tutti con le sue doti culinarie. La scena, costruita grazie alle scenografie di Gilda Cerullo che si arricchiscono del buono uso dei costumi da parte di Andreas Mercante, è quella in grado di riscaldare il cuore e far sbocciare un sorriso anche sulle labbra dello spettatore più scettico, nel sentire un vecchio ricordo di pranzi domenicali in famiglia riemergere come una marea. Ed è proprio da questo spunto facile e condivisibile che parte Signori … le paté de la maison prende l'avvio. C'è una cena di famiglia, dove parenti e amici di famiglia si siedono, uno accanto all'altro, per trascorrere una piacevole serata in quello che dovrebbe essere un nido protetto.

Ben presto, però, le cose cominciano ad andare a pezzi, i toni delle voci si alzano e della quieta atmosfera iniziale resta ben poco. Quello che invece viene portato davanti all'attenzione della platea è un pubblico ludibrio, un mettersi alla gogna continuo e vicendevole, tra scherzi di cattivo gusto (fate attenzione ai nomi che scegliere per i vostri figli!), pettegolezzi che odorano di crudeltà, recriminazioni varie e segreti che rischiano di spezzare l'(esiguo) equilibrio interno della famiglia.

Lo spettacolo di Micheli, pur con qualche volgarità di cui si sarebbe volentieri fatto a meno, riesce comunque a divertire gli spettatori, trasportandoli all'interno di una continua diatriba, tenendo sempre un ritmo più che eccellente che non permette quasi alcun calo di attenzione, ma anzi tiene l'occhio di chi guarda avvinto nelle dinamiche messe in scena. A Micheli, soprattutto, va fatto un plauso non tanto (o comunque non solo) per la regia, ma anche per il suo apporto sulla scena: nonostante tutti gli interpreti siano convincenti al punto giusto, è proprio Maurizio Micheli ad attirare maggiormente lo sguardo e la stima del pubblico, che cerca sempre lui, quasi si aspettasse un continuo tocco di magia istrionica.

Divertente, sboccato e comunque attuale Signori … Le paté de la Maison è uno spettacolo che sembra presentarsi sul palco senza avere nessun'altra pretesa che accendere l'amusement – per restare entro i confini della lingua transalpina da cui questa opera è tratta -: operazione che riesce in maniera più che dignitosa.

Signori ... le paté de la maison
Signori ... le paté de la maison

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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