Recensione del film Shame (2012) diretto da Steve Mcqueen e con protagonisti Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware, Amy Hargreaves.
In Shame, per la seconda volta dopo Hunger, il regista inglese Steve Mcqueen lavora in coppia con l'attore Michael Fassbender e lo farà ancora in Twelve Years a Slave, il suo prossimo progetto per ora in fase di pre-produzione. Shame era in concorso all'ultimo Festival di Venezia dove Fassbender ha vinto la Coppa Volpi con miglior attore protagonista.
Brandon (Michael Fassbender) è uomo bello e indipendente, che vive in un appartamento a New York e ha un lavoro di successo ma ha una dipendenza dal sesso occasionale che lo porta a fuggire da qualsiasi tipo di legame amoroso. Un giorno la sua quotidianità è sconvolta dall'arrivo della sorella minore, Sissy (Carey Mulligan), una ragazza sola e depressa che vorrebbe ritrovare nel fratello quell'affetto che tanto le manca.
La vergogna e il senso di colpa sono i veri protagonisti del film. Brandon ne è afflitto e perseguitato ma non riesce a fermare le sue ossessioni, non vuole avere alcun legame emotivo, neanche con la sorella, perché invade i suoi spazi e la sua privacy. Il protagonista è talmente dentro il vortice della depravazione da non percepire la richiesta d'aiuto lanciata da l'unica persona che gli è veramente vicina.
C'è un momento in cui però la vergogna prende il sopravvento e Brandon decide di dare una svolta alla sua vita, di cambiare: si libera di tutto il materiale porno, prova a conoscere una ragazza attraverso un vero appuntamento che non abbia come unico fine il sesso ma fallisce e torna alle vecchie abitudini sempre più perverse. In una scena importante, dopo che entrambi hanno raggiunto il punto di non ritorno, Sissy dice al fratello, in un momento di massima vicinanza tra i due: "Noi non siamo cattive persone, veniamo solo da un brutto posto", e lascia così un alone di mistero sul luogo dove sono cresciuti, sul fatto che entrambi hanno sofferto e che ciò ha scatenato in loro diverse reazioni, ma non devono avere vergogna perché loro in fondo non sono cattivi.
Shame è un film duro, coinvolgente, che non lascia spazio a sentimentalismi e tiene lo spettatore incollato allo schermo. McQueen crea un'opera perfetta dall'inizio alla fine, mostra la parabola discendente della vita del protagonista attraverso scene simbolo, che rimangono impresse nella mente. I piani sequenza sono belli e la direzione degli attori è lasciata libera all'improvvisazione (e il risultato positivo si vede).
Michael Fassbender riesce molto bene a interpretare un personaggio malato e sofferente anche attraverso un semplice silenzio, senza mai essere sopra le righe. Altrettanto brava è Carey Mulligan che ci regala la sua migliore performance di sempre, mostrando finalmente il suo grande talento. I due inscenano duetti tesi e toccanti dove recitano in perfetta sintonia.
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