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Sausage Party, Recensione

Film d'animazione per adulti tra umorismo demenziale e scene politicamente scorrette, dalla mente comica di Seth Rogen

Il primo film d'animazione in CGI a guadagnarsi il divieto ai minori, ma che al pubblico statunitense è piaciuto molto, tanto da far parlare di un possibile sequel: non poteva che esserci lo zampino di Seth Rogen, attore, sceneggiatore, produttore, presentatore dallo stile sboccato, irriverente e talvolta controverso (basti pensare al caso The Interview). In Sausage Party, oltre a prestare la voce, in originale, al personaggio principale, è anche uno dei produttori e sceneggiatori (un altro è Evan Goldberg, con cui aveva già realizzato Facciamola finita).

Il film è ambientato in un supermercato, dove centinaia di prodotti sperano ogni giorno di essere scelti dai misteriosi umani (ma per loro sono "divinità"), che troveranno loro posto nel loro carrello e li porteranno oltre l'agognata porta a vetri: da lì saranno finalmente scartati e per loro inizierà una nuova vita in libertà, senza correre il rischio di finire nel temuto sacco della "merce scaduta".

Alla vigilia dei festeggiamenti per il 4 Luglio, il supermercato si riempie di persone che fanno la spesa in vista di barbecue e picnic; un wurstel di nome Frank non vede l'ora di poter finalmente stare insieme alla sua fidanzata Brenda, un panino per hot dog: sanno che se il destino ha messo le loro confezioni una accanto all'altra, allora sono destinati a far coppia.

Lentamente, però, si insinua in Frank il dubbio che la sorte che li attende non sia proprio come gli è sempre stata raccontata, e parte in missione tra corsie e scaffali per scoprire la verità.

L'idea alla base di Sausage party è chiedersi cosa succederebbe se il cibo che mangiamo provasse dei sentimenti: premessa in fondo comune a molti film d'animazione, per cui troviamo ortaggi, salse, surgelati e quant'altro in forma antropomorfizzata, con tanto di riferimenti all'iconografia classica Disney (i guanti bianchi). L'animazione però è volutamente più rozza e meno rifinita, per una produzione complessivamente a basso budget, sotto i 20 milioni di dollari, e diretta dal debuttante Greg Tiernan e da Conrad Vernon (Mostri contro alieni, Madagascar 3).

Nel cast di doppiatori originali, Rogen chiama a raccolta alcuni dei suoi abituali complici, tra cui Jonah Hill, James Franco, Bill Hader e Michael Cera, oltre a Kristen Wiig, Salma Hayek e un insospettabile Edward Norton.

Se il film, però, è stato difficile da realizzare, tanto da restare in fase di stallo per otto anni, è a causa dei contenuti a cui si accennava prima: abbondano parolacce, battute a doppio senso tutt'altro che sottili, oltre all'uso di armi e droghe e altri riferimenti politicamente scorretti.

Alcune trovate sono riuscite, e divertono con umorismo e intelligenza, specialmente nella caratterizzazione dei personaggi: la rivalità tra il lavash armeno e il bagel, la cricca di liquori 'immortali', la gomma da masticare che ricorda Stephen Hawking. In alcuni momenti, però, prevale forse la voglia di stupire e scandalizzare ad ogni costo, e si preme così sul pedale di una trivialità nonsense gratuita, che non rinuncia neanche al momento 'metafisico' nel finale.

Sausage party è un film d'animazione dichiaratamente per adulti, con alcuni spunti interessanti, e complessivamente un'atmosfera da esperimento goliardico fra amici che vogliono divertire, in primis, se stessi.

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