Sanditon 3, recensione della stagione conclusiva della serie inglese

Si conclude con la terza stagione, trasmessa in Italia su Sky e NOW, Sanditon, la serie britannica ispirata all’omonimo romanzo di Jane Austen, uno degli ultimi manoscritti iniziati dalla grande scrittrice prima della sua morte e quindi rimasto purtroppo incompiuto: i capitoli esistenti sono serviti, agli autori della serie, più che altro come traccia per l’avvio della prima stagione, i cui successivi sviluppi sono quindi frutto della mente e della fantasia degli sceneggiatori; inoltre ricordiamo che il progetto ha avuto un percorso turbolento, inizialmente cancellato dopo la fine della prima stagione (il cui protagonista maschile era Theo James, nel frattempo passato a The White Lotus) e poi rinnovato per altre due stagioni, realizzate contemporaneamente, che si chiudono quindi con questi ultimi sei episodi.

Nuove sfide per i protagonisti, tra storie d’amore, turbolenze economiche e molto altro

Avevamo lasciato, alla fine della stagione precedente, la protagonista Charlotte Heywood (Rose Williams) che dopo la delusione con il vedovo Alexander Colbourne (Ben Lloyd-Hughes) aveva accettato, seppure non con molto entusiasmo, di sposare l’amico d’infanzia Ralph Starling (Cai Brigden).
Prima delle nozze però Charlotte, accompagnata da Ralph, fa nuovamente visita a Sanditon, dove ritrova gli amici ormai noti: la famiglia Parker, sempre impegnata nella missione di trasformare la cittadina balneare in una località vacanziera di lusso e alla moda, l’ereditiera Georgiana Lambe (Crystal Clarke), che ancora non ha trovato un marito adatto e deve sempre difendere il suo patrimonio dai cacciatori di dote, e anche lo stesso Colbourne, rientrato in città con la figlia e la nipote. L’anziana Lady Denham (Anne Reid) sta cercando nel frattempo di redimere il dissoluto nipote Edward (Jack Fox), che stavolta metterà sugli occhi sulla giovane Augusta Markham (Eloise Webb).
Ci sono anche nuovi arrivi a Sanditon, come la famiglia Montrose, con una madre in cerca del matrimonio perfetto per i suoi figli, mentre ritroveremo anche personaggi che erano comparsi nella prima stagione, tra cui Lady Susan (Sophie Winkleman) e Otis Molyneux (Jyuddah Jaymes), e conosceremo anche qualche volto inedito come Samuel Colbourne (Liam Garrigan), fratello di Alexander.
Nuove complicazioni sentimentali, familiari ed economiche attenderanno i personaggi, con questi episodi che portano alla conclusione i fili narrativi principali, anche se senza particolare inventiva o fremiti, confermando Sanditon come una serie che, nonostante possa mostrare qualche guizzo occasionale, poi si mantiene abbastanza blanda.

Una conclusione coerente anche se non particolarmente originale

Alcune trame e sottotrame risultano ormai un po’ ripetitive, come le peripezie di Tom Parker (Kris Marshall) riguardo ai suoi progetti immobiliari, stavolta fra i temi trattati ci sono anche l’omosessualità e la schiavitù, ma anche qui senza una prospettiva particolare o che dica davvero qualcosa di nuovo, rimanendo essenzialmente qualche esile pretesto narrativo, funzionale alla storia quel tanto che basta, e serviti da interpreti modesti e poco carismatici.
Per quanto riguarda la protagonista, sempre interpretata da Rose Williams (vista nel frattempo anche nella miniserie western That dirty black bag e nel thriller Locked in), troviamo qui una Charlotte che appare piuttosto dimessa, che spesso sembra aver perso così quello slancio e quello spirito volitivo, accompagnati anche dall’ironia, che l’avevano contraddistinta soprattutto nella prima stagione, cercando di farne qualcosa di diverso dalla classica “damsel in distress” delle storie in costume.

Anche se complessivamente, dunque, questa serie non verrà citata tra i migliori adattamenti filmici delle opere di Jane Austen, Sanditon trova con quest’ultima stagione una conclusione coerente, che all’interno di una storia in costume cerca comunque di inserire tematiche e messaggi più moderni e al passo con i tempi.