[Roma 2014] Recensione Lo straordinario viaggio di TS Spivet
'Lo straordinario viaggio di TS Spivet' è un viaggio magnifico attraverso l'America e l'anima spezzata di un bambino prodigio che, al suo amore per la scienza, alterna la toccante storia di un lutto prematuro.
di Erika Pomella / 18.10.2014 Voto: 8/10
TS Spivet (Kyle Catlett) è un bambino di dieci anni che si presenta agli altri come il Leonardo Da Vinci del Montana. Il ragazzino, infatti, è un bambino prodigio con una passione smisurata per la scienza che lo spinge a inventare la ruota magnetica, l'unico macchinario in grado di creare il leggendario moto perpetuo, utopia dell'intero mondo scientifico. Quando viene invitato a Washington DC per ritirare un prestigioso premio per la sua invenzione, TS decide di attraversare l'America in compagnia solo della sua spiccata immaginazione. Alle spalle lascia una madre (Helena Bonham Carter) studiosa di insetti alla ricerca di un rarissimo coleottero forse inesistente; un padre (Callum Keith Rennie) con l'anima del Cowboy e una sorella (Niamh Wilson) ossessionata dal sogno di recitare, dal mondo dello spettacolo e da Miss Stati Uniti. Su tutti loro grava il fantasma di Layton (Jakob Davies), gemello di TS precocemente scomparso.
Tratto dal romanzo The Selected Works of TS Spivet di Reif Larsen – in Italia tradotto col titolo Le mappe dei miei sogni – Lo straordinario viaggio di TS Spivet è il primo lungometraggio realizzato con la tecnica del 3D per il regista Jean-Pierre Jeunet, papà cinematografico di Amélie, la protagonista di Il favoloso mondo di Amélie. E proprio alla ragazza parigina somiglia tanto TS Spivet: non tanto, naturalmente, per l'ossessione del bambino per tutto ciò che è scientifico, quanto piuttosto per l'uso smodato di un'immaginazione senza limiti, capace di creare dal nulla mondi meravigliosi e possibili. Proprio come Amélie, TS sembra vivere in una dimensione Altra, divisa da quella degli altri comuni mortali, che sgomitano per trovare il proprio posto nel mondo. Una dimensione nella quale il protagonista scappa da una solitudine da cui si sente imprigionato e a cui non riesce a dare completa spiegazione. Sullo sfondo di questo mondo immaginifico c'è un continuo e incombente senso di colpa che contribuisce a dare alla pellicola un sapore agrodolce, malinconico, quasi di indissolubile predestinazione. Lo straordinario viaggio di TS Spivet si può descrivere, infatti, come una lunga – ma mai pesante – elaborazione di un lutto profondo e infame, che lascia cicatrice invisibili nell'animo di un bambino che non sa come affrontare la morte e tutti i suoi delegati, quali silenzio, fuga, apparente indifferenza. Ci troviamo allora davanti ad un romanzo di formazione il cui obiettivo non è – o almeno non solo – quello di accompagnare la crescita e l'educazione di un bambino, quanto piuttosto condurlo in un viaggio di coscienza, la cui lezione risiede nella consapevolezza che, nonostante tutto il male, nonostante tutto il dolore e tutta l'ingiustizia di un destino avverso e crudele, la vita può e deve continuare. Una presa di coscienza, questa, che attraversa tutta la famiglia Spivet, cane incluso. Detto questo, però, quello di TS Spivet è anche un racconto magico, con tratti spesso favolistici, che non rinuncia a risvolti semi-comici. D'altra parte, come diceva Victor Hugo, la libertà comincia con l'ironia. Ed è proprio attraverso il suo sarcasmo involontario e la sua ingenuità piena di ironia intelligente che TS può liberarsi dei suoi demoni personali.
Presentato nella sezione autonoma della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, Alice nella città, Lo straordinario viaggio di TS Spivet è una pellicola fatta per essere guardata con occhi spalancati, pieni di meraviglia. Il 3D a cui ricorre Jeunet è uno strumento che, oltre a funzionare come vera e propria arma di intrattenimento per gli spettatori più piccoli, coopera anche alla costruzione spaziale di un mondo concreto, quasi tangibile, che sposa alla perfezione non solo la colonna sonora e la struttura evocativa, ma anche un personaggio aggiunto. L'America e il suo profilo cangiante, fatto di grattacieli, laghi cristallini, terra bruciata dal sole … Uno sfondo sfavillante che avvolge TS e sembra quasi volerlo proteggere. Kyle Catlett – già visto in The Following – presta egregiamente il volto a questo eroe che dice bugie, viaggia, spera, inventa e, mai una volta, ha smesso di credere nella forza dirompente dell'amore.