Riabbracciare Parigi di Alice Winocour, scena da trailer
Riabbracciare Parigi di Alice Winocour, scena da trailer

Riabbracciare Parigi, recensione del film di Alice Winocour con Virginie Efira


Si ispira agli attentati parigini del novembre 2015 il film della regista e sceneggiatrice francese Alice Winocour, attraverso la storia di una donna sopravvissuta a una sparatoria che tenta di ricostruire i suoi ricordi ed elaborare il trauma.
Voto: 7/10

Arriverà nelle sale italiane a partire dal 9 novembre il film Riabbracciare Parigi (Revoir Paris), scritto e diretto da Alice Winocour: protagonista della storia è Mia (Virginie Efira), una donna che vive a Parigi, dove lavora come interprete; una sera lei si ritrova in un locale da sola, dopo che il suo compagno è stato richiamato all’improvviso all’ospedale in cui lavora come medico, quando il ristorante viene inaspettatamente preso d’assalto da un attentato terroristico: gli spari, le grida, il sangue, le persone che cadono a terra, sono gli unici ricordi di Mia prima del buio; lei riesce a salvarsi ma, passati alcuni mesi, ancora non è certa di cosa sia accaduto quella notte, prima del suo risveglio in ospedale, e di come abbia fatto a sopravvivere. In cerca di risposte, la donna comincia a frequentare un gruppo di sostegno per le vittime e i loro familiari, mentre tenta così di ricostruire quei terribili eventi e cercare di andare avanti con la sua vita.

Riabbracciare Parigi di Alice Winocour - foto dal film [credit: Darius Films/Pathé Films/France 3 Cinéma; courtesy of Movies Inspired]
Riabbracciare Parigi di Alice Winocour - foto dal film [credit: Darius Films/Pathé Films/France 3 Cinéma; courtesy of Movies Inspired]

Una storia di finzione che prende spunto dai veri attentati di Parigi

Nel film non viene mai citato apertamente, ma è indubbio che l’ispirazione della storia arrivi dalla terribile serata del 13 novembre 2015 quando la capitale francese fu sconvolta da una serie di attacchi terroristici coordinati, fra lo stadio, il concerto al Bataclan e per l’appunto anche locali e ristoranti affollati di residenti e turisti; tra i presenti sopravvissuti agli attentati di quella sera c’è anche il fratello della stessa regista del film Alice Winocour, che qui, così come nella sua precedente pellicola Proxima (2019) con Eva Green, sceglie di mettere al centro della narrazione un personaggio femminile: la storia di Mia è certamente rappresentativa di quella di tante altre persone coinvolte in un evento tanto agghiacciante da lasciare cicatrici indelebili, non solo quelle fisiche ma anche, e soprattutto, quelle che ci si porta dentro nell’anima; la trama mostra come spesso anche situazioni e gesti quotidiani apparentemente piccoli e banali, possano però scatenare reazioni impulsive, ostacoli che sembrano insormontabili a chi li vive, e che i loro amici e familiari non sanno come gestire.
Il film coniuga così una vicenda umana e intimamente personale a un evento che rimanda a fatti di cronaca di risonanza globale e di strettissima attualità, ponendo in primo piano il dramma interiore di una protagonista che mette in evidenza un aspetto tristemente veritiero, forse troppo raramente approfondito: dopo una tragedia di tale portata, la memoria e i pensieri vanno sempre, come è normale, alle persone che hanno perso la vita, ma anche chi sopravvive deve fare i conti con conseguenze pesantissime, ben più complesse di quanto si potrebbe immaginare dall’esterno, mentre ognuno cerca a suo modo di elaborare il trauma.

Riabbracciare Parigi di Alice Winocour - foto dal film [credit: Darius Films/Pathé Films/France 3 Cinéma; courtesy of Movies Inspired]
Riabbracciare Parigi di Alice Winocour - foto dal film [credit: Darius Films/Pathé Films/France 3 Cinéma; courtesy of Movies Inspired]

Riabbracciare Parigi: un thriller della memoria che è anche un omaggio alla capitale francese

La trama diventa inoltre anche una sorta di giallo, dato che la protagonista cerca di ricostruire l’accaduto mettendo insieme i suoi ricordi frammentati, cercando di rintracciare nomi e volti sconosciuti, in un percorso che la porta quindi anche a riappropriarsi della città, che attraversa spesso nel suo giubbotto da motociclista, su due ruote ma anche camminando per le strade, o immergendosi nei sotterranei della metropolitana; in quella che è stata definita dalla regista una lettera d’amore a Parigi, la capitale francese ci viene mostrata spesso di notte, tra spazi aperti, strade trafficate e rumorose ma anche locali chiusi e più cupi, in un misto di fascino e anche di potenziali fonti di pericolo, con un montaggio che lavora anche sui suoni per creare un film da vivere come un’esperienza sensoriale; è una città che ha un cuore pulsante, vivace e multiculturale, con le sue contraddizioni inerenti e i lati più oscuri.
Virginie Efira (attrice franco-belga già vista in commedie sentimentali, come 20 anni di meno o Un amore all’altezza ma anche drammi come Elle e Benedetta) è chiamata così a un’interpretazione molto interiorizzata, contraddistinta da una certa rigidità di chi si ritrova bloccata, a volte disconnessa dal presente, e quasi spettatrice della propria memoria; a lei si contrappone l’approccio più rassegnatamente scanzonato, almeno in apparenza, di Thomas (Benoît Magimel, Piccole bugie tra amici, Pacifiction-Un mondo sommerso), altro sopravvissuto, mentre nel cast c’è anche la nostra Maya Sansa (da molti anni residente a Parigi e quindi attiva anche nel cinema d’oltralpe).
Riabbracciare Parigi è un film intimo ma al contempo dal valore universale, che affronta le sue tematiche con delicatezza, lucidità ma anche partecipazione emotiva, riuscendo a non eccedere nella retorica o a ricalcare troppo da vicino modelli già visti, con una storia che rimarca anche il potere della solidarietà e della comprensione umana.

Valutazione di Matilde Capozio: 7 su 10
Riabbracciare Parigi
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