Red Zone – 22 miglia di fuoco, la recensione
Red Zone - 22 miglia di fuoco è un action thriller in puro stile Peter Berg ma non pienamente riuscito
di Giorgia Tropiano / 09.11.2018 Voto: 6/10
Red Zone – 22 miglia di fuoco segna la quarta collaborazione tra il regista Peter Berg e l'attore Mark Wahlberg, accoppiata ormai più che collaudata e affiatata. Con questa pellicola si trovano però per la prima volta a lavorare su una storia totalmente originale, a differenza di quanto fatto in precedenza con pellicole basate tutte su storie realmente accadute; il genere rimane però il medesimo, un action thriller pieno di azione, inseguimenti, sparatorie, tensione e colpi di scena. Ad affiancare l'attore protagonista nel cast troviamo John Malkovich, Lauren Cohan (famosa soprattutto per il ruolo di Maggie nella serie AMC The Walking Dead) e l'attore indonesiano Iko Uwais, famoso interprete di film d'azione e maestro di arti marziali.
La squadra speciale Red Zone, guidata sul campo da Jimmy Silva (Mark Wahlberg) e coadiuvata a distanza da un commando tattico gestito da un personaggio noto come l'Alfiere (John Malkovich), interviene per portare a termine una missione, quella di far arrivare vivo su un aereo, che dovrebbe portarlo in territorio statunitense, un importante informatore indonesiano che è a conoscenza di segreti fondamentali per fermare attacchi terroristici su scala mondiale. L'uomo dovrà essere scortato per 22 miglia, la distanza che c'è da percorrere tra il luogo dove è tenuto e la posizione dove decollerà l'aereo, nel più breve tempo possibile e ovviamente facendo fronte a molti ostacoli formati da nemici armati e pronti a tutto pur di impedire a l'uomo di fuggire dal paese d'origine.
Come dice Jimmy Silva ad un certo punto nel film, Red Zone rappresenta la terza opzione che hanno a disposizione gli Stati Uniti per far fronte e gestire eventuali minacce che si presentano. La prima che viene presa in considerazione dal governo USA è quella diplomatica, successivamente, se dovesse fallire la prima, si ricorre all'esercito, quando la situazione è talmente critica per cui le prime due opzioni si rivelano un fallimento si passa ai servizi segreti che fanno partire l'operazione Red Zone. Tutti i membri del team, precedentemente scelti secondo standard scrupolosissimi, rassegnano le dimissioni dai loro incarichi attuali e non agiscono più come cittadini americani, smettono di esistere, diventino fantasmi, agiscono al di là delle regole e senza alcuno scrupolo, perché il loro obiettivo finale è la cosa più importante che ci sia, al di là di perdite subite nel corso dell'operazione. Esistono individui, nascosti all'interno della società, che sacrificano le loro vite personali, spesso anche la vita vera e propria, per tenere al sicuro il resto dei cittadini americani da possibili pericoli, senza che nessuno sappia nulla sul loro lavoro e su i loro sacrifici.
La pellicola racconta tutto ciò e il modo in cui sceglie di farlo è sicuramente riuscito e coinvolgente. I personaggi sono tutti definiti perfettamente, ognuno ha la propria caratterizzazione e Jimmy Silva è sicuramente un individuo molto interessante come protagonista di un film action. Le scene di conflitto e di azione sono realizzate in modo spettacolare, così da tenere lo spettatore avvinto alla vicenda. Il risultato finale però, nel suo complesso, non risulta pienamente riuscito. Spesso lo svolgimento della vicenda risulta confusionaria, troppe parole, troppa carne al fuoco, la vicenda si compone di una serie di tasselli che avranno senso solo alla fine ma che nel corso della pellicola confondono lo spettatore. Le scene di combattimento corpo a corpo sono al limite dell'assurdo, in alcuni momenti sembrava di essere finiti dentro Matrix, la verosimiglianza cede spesso il posto allo spettacolo visivo esagerato classico degli action che vogliono stupire a tutti i costi ma che così rischiano di sfociare nell'assurdo. Tutto ciò porta poi ad un finale aperto (sembra sia già pronta la realizzazione di un sequel o di un altro capitolo di quella che è stata pensata come una saga) che mette insieme tutti i tasselli ma in modo un pò scontato e poco interessante.