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Recensione Venuto al mondo

Recensione del film Venuto al mondo di Sergio Castellitto con Penelope Cruz, Emile Hirsch e Pietro Castellitto: un film pieno di difetti ma allo stesso tempo dolce e sincero.

Venuto al mondo riporta nuovamente sul grande schermo il trio di Non ti muovere: Sergio Castellitto sceneggiatore, attore e regista, Penelope Cruz attrice protagonista e soprattutto la donna che sta dietro alla genesi dell’intera storia, la scrittrice Margaret Mazzantini, autrice dell’omonimo romanzo da cui è tratto il film, co-sceneggiatrice e moglie di Castellitto. Questa volta nel cast troviamo però due new entry importanti: l’attore protagonista, uno straordinario Emile Hirsch e Pietro Castellitto, figlio di Sergio e Margaret. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival nel settembre del 2012.

Gemma (Penelope Cruz), dopo molti anni dalla fine della guerra, si reca a Sarajevo con suo figlio Pietro (Pietro Castellitto), per assistere ad una mostra di fotografie in onore delle vittime del conflitto realizzate da Diego (Emile Hirsch), il vero padre del ragazzo. Molti anni prima Gemma, durante un viaggio nella capitale bosniaca, conosce Diego, un fotografo americano, e i due si innamorano profondamente. Si trasferiscono a Roma e iniziano la loro vita insieme, ma un ombra si abbatte su di loro: Gemma è sterile, non può avere figli. Questa notizia sconvolge la donna, da quel momento in poi per lei la maternità diventa una vera e propria ossessione. Per allontanarla da quel pensiero fisso, Diego la porta a Sarajevo dagli amici che hanno conosciuto anni prima durante il loro viaggio. Giunti in città conoscono Aska (Saadet Aksoy), una ragazza che si offre come possibile madre surrogata per loro, ma la città è sotto assedio, c’è la guerra e con essa gli orrori che ne scaturiscono cambieranno per sempre le loro vite.

Venuto al mondo è un film pieno di difetti ma che si insinua dentro senza più uscire, è come essere colpiti da un treno in corsa, è un film di pancia e di emozioni, crudo e spietato ma allo stesso tempo dolce e sincero. È una di quelle pellicole difficili da digerire, che portano alla luce tante verità che fanno male e che si cerca di tenere nel buio, ma come dice Emile Hirsch nel film, la vita viene dalla luce, nell’oscurità non c’è vita. Farà discutere, le opinioni saranno discordanti, non è un lavoro perfetto, anzi, ma proprio per questo Venuto al mondo è un’opera in fondo riuscita, perché non pretende di esserlo ma cerca solamente di raccontare una storia. L’amore è la base del film, come del resto della vita; l’amore in tutte le sue forme, quello profondo fra Gemma e Diego che neanche una guerra può uccidere, quello paterno, di Armando (Luca De Filippo) che mette al primo posto la felicità di sua figlia, quello fraterno che si instaura tra i due sposi e la comunità di Sarajevo, un amore puro e sincero e poi c’è quello materno, quello più importante, che muove le fila della storia, quel desiderio profondo per una donna di generare la vita che condiziona per sempre l’intera esistenza di Gemma.

Il punto di forza della pellicola sono sicuramente i personaggi, stupendi, che Margaret Mazzantini ha creato: Gojko (Adnan Haskovic), il traghettatore della storia, come è stato definito dall’autrice stessa, è un uomo misterioso e spesso indecifrabile, un poeta dal carattere forte e duro ma in fondo dall’animo gentile e pieno d’amore; Aska è una ragazza piena di sogni e di speranze, con una grande voglia di vivere e di scoprire il mondo, la cui spensieratezza è uccisa dagli orrori della guerra. Poi c’è Diego che è un ragazzo solare, innamorato della vita e di Gemma, per lei farebbe tutto, ha il sorriso stampato in faccia sempre, ma quando entrerà in contatto con il male profondo, con il cuore di tenebra umano, lui, sempre così ingenuo e spensierato, senza la luce non potrà più vivere. Infine Gemma, il personaggio più complesso ma per questo il più bello. Una donna piena di contraddizioni, lunatica, spesso triste e insoddisfatta ma soprattutto una donna forte, che sopravvive a tutto e che combatte per ciò che le è caro.

Questi personaggi, ben scritti sulla carta, non avrebbero però avuto lo stesso impatto sul grande schermo se ad interpretarli non ci fossero stati quegli attori. Venuto al mondo dispone di un cast fantastico (un po’ meno il giovane Pietro Castellitto, ancora acerbo), trascinato da una bravissima Penelope Cruz, in una delle sue interpretazioni più belle, ma soprattutto da uno straordinario Emile Hirsch che conferma il suo enorme talento e che riesce con un semplice sguardo a ferirti il cuore.

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