Recensione The Grey con Liam Neeson
Recensione del film The Grey di Joe Carnahan con Liam Neeson: un action, un thriller con venature horror, ma è anche un film psicologico e spirituale. Un'opera profonda, che si confronta con la paura ancestrale dell'uomo di morire.
di Giorgia Tropiano / 29.11.2012 Voto: 7/10
The Grey è il nuovo film di Joe Carnahan, regista statunitense diventato famoso per aver scritto e diretto Smokin’Aces, pellicola che lo ha portato alla regia del blockbuster A-Team, basato sull’omonima serie televisiva degli anni Ottanta, dove conosce Liam Neeson. L’attore, dopo aver letto il copione di The Grey, si è subito proposto come protagonista perché è rimasto affascinato dalla possibilità di poter intrepretare un ruolo così duro e reale in condizioni estreme, date dal freddo e dal gelo, all’età non più giovane di sessant’anni. Il film prende spunto da un racconto dello scrittore Ian Mackenzie Jeffers intitolato Ghost Walkers, il quale ha da subito colpito Carnahan tanto da volerne fare una pellicola scritta da lui stesso con la collaborazione di Jeffers. Le riprese sono state effettuate in Canada in condizioni difficilissime, tra bufere di neve e freddo glaciale. Tra i produttori esecutivi del film c’è anche Tony Scott, recentemente scomparso.
In una raffineria dell’Alaska, tra il gelo e le tempeste, gli operai lavorano in condizioni non proprio ideali e un gruppo di loro sono pronti a far ritorno a casa per una vacanza dopo aver lavorato duramente. A bordo dell’aereo che lì riporterà dalle famiglie c’è anche un uomo, John Ottway, (Liam Neeson) assunto come tiratore scelto per tenere lontani gli animali selvatici dai lavoratori. Non ha più nulla da perdere, sua moglie è morta e da quel momento per lui la vita non ha più senso, tanto da arrivare a pensare di uccidersi. Non era però il momento per lui di morire, doveva prima affrontare la sfida più pericolosa della sua vita, sopravvivere ai lupi. L’aereo su cui viaggiano precipita lasciando un gruppo di sopravvissuti, sette persone, a lottare contro il freddo, le tempeste, la fame, ma soprattutto contro un feroce branco di lupi che dà loro la caccia, avendo invaso il loro territorio.
The Grey è un film che mette a confronto l’uomo con la natura, la natura feroce, crudele, pericolosa. L’essere umano è catapultato all’interno di una condizione di pericolo estrema dove l’unico pensiero diventa quello di sopravvivere, non ci sono più desideri, speranze, legami o rancori a cui pensare, bisogna essere lucidi e freddi se si vuole lottare per vivere, se si è deboli non si va avanti, solo i più forti lo fanno. John Ottway è uno di quelli, non ha più nulla da perdere. Così subito dopo l’incidente prende il controllo della situazione e lucidamente studia un piano per sopravvivere. Ben presto però si renderà conto che il nemico da affrontare è ben più pericoloso di quanto pensasse, il destino sembra prendersi gioco di lui mettendolo contro ad un branco feroce di lupi; gli animali che uccide solitamente per lavoro ora si ribellano a lui in una condizione di vantaggio.
È difficile definire la pellicola all’interno di un genere: è un action, è un thriller con venature horror, ma è anche un film psicologico e spirituale. Se pensate di andare al cinema per vedere il solito film d’azione di Liam Neeson sbagliereste di grosso, perché ha sì scene action e di forte tensione, ma è un’opera più profonda, che si confronta con la paura ancestrale dell’uomo di morire, con il dolore provocato dalla perdita e affronta anche il rapporto con Dio, con la fede. Si parla della morte, di come arriva, di come affrontarla. The Grey è ben più profondo di quanto di pensi, anche se alcune scene diventano un po’ troppo pesanti e angoscianti. Ha un finale molto bello e dopo i titoli di coda c’è una piccola scena di cinque secondi, non fondamentale, ma se siete curiosi fermatevi a vederla.