Sono un pirata, sono un signore
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Recensione: Sono un pirata, sono un signore


Recensione del film Sono un pirata, sono un signore di Eduardo Tartaglia, con Giorgia Surina, Francesco Pannofino: divertente, ma non troppo.
Voto: 5/10

Da molti anni ormai Eduardo Tartaglia è uno dei massimi esponenti della nuova generazione di comici appartenenti alla scuola napoletana, attivo specialmente in teatro con la propria compagnia, con cui mette in scena commedie, farse e musical; nel 2002 inaugura la carriera di regista cinematografico, con una serie di pellicole di cui è anche interprete, insieme alla moglie Veronica Mazza.

A tre anni da La valigia sul letto, Tartaglia è autore, regista e protagonista di Sono un pirata, sono un signore, film che ruba il titolo a un vecchio disco di Julio Iglesias per narrare una commedia ispirata, seppur molto liberamente a un vero fatto di cronaca: il sequestro di un marittimo nei mari del Sud, e le reazioni mediatiche in contrapposizione ai sentimenti dei familiari.

Al centro della pellicola ci sono così quattro personaggi: Giulio, un ricercatore universitario di biologia marina (Francesco Pannofino) e la sua giovane assistente Mirella (Giorgia Surina), da lui vista come una raccomandata, in competizione per una cattedra, vengono mandati al largo delle coste africane durante le vacanze natalizie per svolgere un progetto di ricerca; negli stessi giorni si imbarcano anche Catello (Eduardo Tartaglia), marittimo napoletano che lavora su una nave mercantile e da anni sacrifica le festività ai suoi viaggi di lavoro, e Stefania (Veronica Mazza), parrucchiera in gravi difficoltà economiche.

I protagonisti si ritrovano casualmente sulla stessa barca quando vengono rapiti da un gruppo di pirati, che per il rilascio chiedono una cifra altissima; da qui, seguiamo le tragicomiche vicende dei quattro sequestrati e, in parallelo, i tentativi dei loro familiari di rintracciarli e salvarli.

Qualche accenno all'attualità socio-politica italiana e internazionale resta in superficie per una commedia che vuole essere puro intrattenimento, leggera, scanzonata e dai risvolti paradossali.

Si fanno chiaramente sentire le influenze della farsa partenopea, e tra equivoci linguistici scaturiti dall'utilizzo del dialetto e riferimenti a Peppino Di Capri e a Maradona, quelli che sembrano trovarsi più a proprio agio sono proprio gli interpreti napoletani; strepitoso in ruoli come quello da protagonista in Boris, qui invece Francesco Pannofino non può dare libero sfogo al suo irresistibile talento comico.

Il film ha al suo attivo qualche battuta azzeccata, mentre alcune scene perdono il loro potenziale quando le gag che le sorreggono vengono protratte troppo a lungo; e purtroppo anche verso il finale si perde un po' di ritmo prolungando inutilmente l'attesa verso alcuni snodi fondamentali della trama.

Sono un pirata, sono un signore offre qualche momento di svago, il che non fa mai male, ma avrebbe forse potuto sfruttare meglio le sue premesse per diventare più graffiante e incisiva.

Valutazione di Matilde Capozio: 5 su 10
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