Solo Dio perdona
Solo Dio perdona

Recensione: Solo Dio perdona


Recensione del film Solo Dio perdona di Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling: Refn questa volta ha deluso, Solo Dio perdona è un film poco riuscito.
Voto: 6/10

L'accoppiata tanto apprezzata due anni fa a Cannes con Drive e tanto attesa quest'anno sempre alla Croisette con Solo Dio perdona è finalmente tornata. Da quando Nicolas Winding Refn e Ryan Gosling hanno collaborato insieme sono riusciti fin da subito a monopolizzare l'attenzione su di loro e a creare una schiera enorme di fan e seguaci in tutto il mondo, un vero e proprio esercito di affezionati, quindi si può solo immaginare quanto allora poteva essere alta l'attesa per il nuovo film del regista danese. Dopo la palma d'oro come migliore regia di due anni fa, Refn è di nuovo in concorso a Cannes, il festival che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo, con una storia di vendetta, basata su un complicato rapporto edipico madre-figlio.

Julian (Ryan Gosling) gestisce insieme al fratello maggiore Billy (Tom Burke) un club di pugilato in Thailandia, ma in realtà l'attività è solo una copertura per i loro affari criminali e lo spaccio di droga. Una sera Billy impazzisce e uccide a sangue freddo una giovane prostituta; questa sua azione avrà delle forti conseguenze. Chang (Vithaya Pansringarm) è un poliziotto che non ricorre alla legge ma preferisce farsi giustizia da solo e scatena così una serie di azioni che portano alla morte di Billy. Dopo la morte del primogenito arriva a Bangkok Crystal (Kristin Scott Thomas), la madre, una donna dal carattere forte e autoritario, che si mette subito al lavoro con l'intento di vendicare il figlio uccidendo i colpevoli.

Iniziamo subito con il dire che Refn questa volta ha abbastanza deluso. So che molti saranno amareggiati da questa frase ma purtroppo Solo Dio perdona è un film poco riuscito. Forse le aspettative erano molto alte, forse, dopo Drive, ci si aspettava un altro capolavoro ma il regista danese sembra essere entrato nel tunnel della gloria e si è preso troppo sul serio, eccedendo nell'autocompiacimento. Il film si basa su una storia di vendetta ma poi diventa tutt'altro. Analizza il rapporto edipico e malato tra una madre e un figlio, succube del suo carisma e della sua autorità, affronta (o tenta di farlo) temi filosofici attraverso un stile onirico, allucinante e volutamente ermetico.

Più che sul contenuto, molto semplice, il film basa tutta la sua forza sulla forma. La fotografia che crea forti contrasti e ombre sui volti degli attori e il colore fortemente virato sulle totalità del rosso, diventano dei veri e propri protagonisti e forse rappresentano l'aspetto più bello della pellicola. La macchina presa si muove lenta, estremizzando le azioni dei personaggi ed esaltandole fino all'eccesso, anche attraverso scene a metà tra la realtà e il sogno. Così tutto si fa freddo, troppo manieristico, quei sentimenti viscerali che Refn è stato in grado di trasmettere nel suo cinema precedente attraverso l'utilizzo della violenza in questo caso sono assenti, nulla rimane impresso, né la forza dirompente dei silenzi di Ryan Gosling (qui non funzionali come in Drive), né la messa in scena e la musica di stampo orientale.

Tuttavia stiamo comunque parlando di un grande autore, che non ha perso la sua visionarietà e il suo enorme talento registico che appare chiaro ed evidente anche in poche inquadrature. Ma proprio perché di un grande regista stiamo parlando da Solo Dio perdona ci si aspettava molto, ma molto di più.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 6 su 10
Solo Dio PerdonaCannes Film Festival 2013
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