Recensione Shameless 4×08 – Hope Springs Paternal
Hope Springs Paternal è l'ennesimo ottimo episodio di Shameless, che mette al centro del racconto la famiglia in tutte le sue declinazioni, ponendo l'accento sulla crisi di coscienza di Fiona, un Emmy Rossum strepitosa.
di Erika Pomella / 11.03.2014 Voto: 9/10
Dopo la pausa di una settimana dovuta alla consegna dei Premi Oscar, Shameless torna con l'ottavo episodio della quarta stagione, Hope Springs Paternal; episodio che conferma l'altissimo livello qualitativo che lo show targato Showtime continua ad offrire al proprio pubblico di affezionati. Si conferma, anche, l'intenzione di voler andare a fondo nelle anime dei personaggi chiamati in gioco. E, se da una parte il tono ironico e tagliente viene vagamente smussato, il risultato è un teatro dell'assurdo, dove tragedia e commedia coesistono grazie ad un labile equilibrio che seduce senza possibilità di fuga chiunque sia disposto a lasciarsi irretire da questa sgangherata famiglia di loser.
Dove eravamo
In A Jailbird, Invalid, Martyr, Cutter, Retard and Parasitic Twin avevamo lasciato la famiglia Gallagher ad un passo dal tracollo nervoso. Fiona era stata costretta a dichiararsi colpevole per l'incidente avvenuto a Liam con la cocaina. Una dichiarazione, "I'm guilty", che la maggiore di casa Gallagher pronuncia con gli occhi lucidi e l'atteggiamento schifato di chi prova vergogna per se stessa. Il sentimento senza vergogna che da il titolo al telefilm ormai non è altro che un eco lontano, vecchia traccia di un passato dove l'orgoglio personale vinceva su ogni manchevolezza. Perchè Fiona aveva provato in ogni modo a scacciare da se i sensi di colpa per quello che era avvenuto la notte del suo trentesimo compleanno; aveva urlato contro tutto e tutti, dichiarando la propria innocenza e i giochi crudeli del fato avverso. Infine era stato Lip ad aprirle gli occhi: in uno scatto d'ira inaspettato , Lip aveva guardato a Fiona – con la quale aveva sempre avuto un rapporto piuttosto bello e sereno – con una tale dose di disprezzo e delusione da costringere la ragazza a fare i conti con la propria coscienza. Alla fine, dunque, l'ammissione di colpevolezza che la salva dalla galera ma la costringe alla cavigliera elettronica, arriva come un pugno nello stomaco, un'ammissione di incapacità che ferisce Fiona molto più di qunto potrebbe fare la condanna alla reclusione in casa. Dall'altra parte del quartiere, intanto, Mickey aveva trovato Ian in un locale notturno per gay e, dopo aver picchiato un possibile cliente, aveva portato il ragazzo a casa sua, vegliando sul suo sonno comatoso. Una prova d'amore che si legge negli occhi umidi del leader di casa milkovich al punto che persino Svetlana, la moglie russa di Mickey, è costretta a tornare sui suoi passi, non avendo il coraggio di disturbare, neanche per un attimo, la sacralità di quel momento rubato alla notte.
Cosa vedremo
Hope Springs Paternal si apre con Fiona che fissa la sveglia sul suo comodino che segna l'una e ventitré del mattino. Poi, grazie ad un montaggio eclettico semplice ma d'effetto, vediamo l'orologio segnare le tre e cinquantacinque. Ecco allora che, fugace come un'ombra, sullo schermo appare la traccia invisibile di un senso di colpa reiterato che toglie a Fiona la possibilità di rilassarsi, rubandole persino il sonno. La tutrice di casa Gallagher allora scatta in piedi e, nel cuore della notte, comincia a cucinare biscotti, in attesa della visita del suo controllore che dovrà decidere il suo prossimo futuro. Questa scena iniziale, che non mostra alcun guizzo registico o narrativo, è in realtà fondamentale, perchè racchiude in sè quella che sarà l'allure generale dell'episodio. Hope Springs Paternal mette infatti in scena una Fiona ad un passo dal tracollo nervoso; la vediamo in continuazione muoversi, incapace di restare ferma in un posto. Si sposta da un angolo all'altro della casa come un leone in gabbia, pronta ad esplodere. La vediamo camminare per una casa vuota che rimanda l'eco della totale mancanza di fiducia che Lip prova ormai nei suoi confronti; la seguiamo, commossi e dispiaciuti, mentre spegne la luce ad ogni camera vuota, dove non c'è nessuno a condividere il suo dolore, nessuno ad alleviare le sue pene. Dopo aver passato anni ad occuparsi della famiglia, a barcamenarsi tra mille lavori pur di avere il necessario per crescere i fratelli senza dover necessariamente seguire la strada di Frank e Monica, Fiona si trova di colpo abbandonata da tutti. Il suo impulso all'autodistruzione, che l'ha portata a distruggere prima il rapporto con Mike e poi anche la sua vita famigliare, appare come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. E, non ci stancheremo mai di dirlo, Emmy Rossum è incredibilmente brava a regare il ritratto di questa bella ragazza costretta quasi alla cattività. L'interprete sembra rinunciare alla propria bellezza in favore di un personaggio quasi maledetto, che urla e piange, cerca aiuto e poi dichiara di volercela fare da sola. Ed è proprio Fiona il cuore pulsante di questo episodio, l'elemento che tiene insieme tutti i pezzi visivi del puzzle.
He'll still be your son
Al centro di Hope Spring Paternal, tuttavia, non c'è solo Fiona. Potremmo dire che il vero punto di messa a fuoco è rappresentato dalla famiglia, in tutte le sue declinazioni. Ecco allora che uno dei momenti di massima commozione è quella che riguarda Kevin e Veronica. Coppia solida e divertente, i due sono alle prese con le prime avvisaglie delle tempeste genitoriali che li colpiranno nei prossimi anni. Dopo essere stati costretti a dire addio ad un figlio, a causa di un riassorbimento fetale, ora i due sono costretti a fare i conti con un altro addio. La madre di Veronica, infatti, dopo aver partorito, non sembra più incline a dare il frutto dei propri lombi alle cure della figlia. La scoperta sconvolge molto Kevin. Il possente barista, dall'aspetto solido di un criminale, scoppia a piangere e, quasi vergognandosi delle proprie lacrime, parla dell'impossibilità che sente crescergli dentro il petto all'idea di perdere un altro figlio. Veronica è lì accanto a lui, come sempre. Una donna che nasconde il proprio dolore solo per consolare quello del compagno; una donna pratica, che aveva già pensato all'ipotesi di perdere questo figlio. Una donna che ha sempre una soluzione, una parola adatta a rimettere ordine nel caos della vita di Kevin. Ma i due non sono gli unici a doversela vedere con la paternità. Carl – che in A Jailbird, Invalid, Martyr, Cutter, Retard and Parasitic Twin avevamo visto alle prese con una sorta di presa di coscienza – in Hope Springs Paternal torna ad essere il piccolo teppista che è. Nascosto il suo lato più protettivo e le paure inerenti i propri possibili decifit mentali, Carl viene chiamato in presidenza a causa delle continue vessazioni verso i compagni di scuola più deboli. Una lotta contro il mondo, quella di Carl, che però sembra non avere motivazioni se non il piacere stesso della violenza. Per evitare l'espulsione, allora, il bambino è costretto a chiedere aiuto a Frank. L'uomo, che nel frattempo sta truffando molta gente con l'aiuto di Sammi, si presenta a scuola, solo per giustificare il figlio, dicendo agli altri genitori che gli atti di bullismo di Carl non faranno altro che portare buone cose nella vita delle vittime. Suo figlio curerà il cancro, dirà ad uno dei genitori "offesi". E a quel punto Carl porge una domanda che lascia di nuovo intravedere il suo processo di maturazione: E se anche io volessi curare il cancro? Ultimo a doversela vedere con la paternità – se non si tiene conto dell'impegno costante di Lip – è Mickey. Sua sorella, infatti, incombe in casa Gallagher per dirgli che Svetlana ha le doglie e il bambino sta per nascere. Alla notizia, però, Mickey risponde con una metaforica scrollata di spalle. Non si cura affatta della notizia; l'unica cosa che gli importa è Ian.
We're together
E poi, certo, ci sono loro. Ian e Mickey. Dopo l'attesissimo incontro avvenuto nella scorsa puntata, in Hope Springs Paternal i due sono alle prese con la loro nuova relazione. Un rapporto che, questa volta, vede Ian al posto di comando. Il ragazzo, tornato con qualcosa che somiglia ad un disturbo di personalità dalla sua avventura nell'esercito, sembra quasi ridere dei sentimenti che Mickey lascia trasparire senza alcun sforzo. Quando si trovano in camera da soli, Ian quasi umilia Mickey, facendo dell'ironia sul desiderio dell'altro, spingendolo a fare del sesso orale che, seppur non disturba Mickey, di certo manca di quel "romanticismo" che Ian aveva goffamente inseguito durante la sua relazione prima del matrimonio. Ora le parti sembrano invertite. Mickey è colui che al mattino versa il caffè, quello che mette le mani addosso a chiunque provi ad avvicinarsi allo slip di Ian, quello che non nasconde la propria gelosia, parlando con tono pieno d'ira del lavoro che fa Ian. Eppure, proprio tra le mura di quel locale pieno di uomini, Mickey ritrova una parte di sè. Quando Ian prova a baciarlo, il ragazzo Milkovich si tira indietro, reduce da una vita che l'ha costretto a nascondere la sua vera natura. Ora, però, rendendosi conto di essere circondato da persone come lui, che non lo guardano e, soprattutto, non lo giudicano, Mickey si sente libero. Di essere se stesso. Di amare apertamente l'unica persona che dà senso alle sue giornate piene di imbrogli e crimini. E così si lancia famelico sulle labbra di Ian e lo bacia con passione. Non si cura di altro, se non di quel momento in cui tutto sembra dannatamente perfetto. In questo senso, allora, possiamo dire che Hope Springs Paternal offre anche una possibilità di maturazione per Mickey; trascinato da Ian in un mondo dove l'omosessualità non è motivo di punizioni fisiche o di derisioni, Mickey si guarda intorno quasi stordito, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi. Quello che gli si offre è un mondo dove è possibile essere felice, insieme a Ian. E nelle espressioni di Noel Fisher c'è questo senso di curiosità e, insieme, di scoperta. Ed è per questo che, molto probabilmente, quando gli viene chiesto come abbia conosciuto Ian, riesce finalmente a rispondere che stanno insieme. Che sono una cosa sola.
Cosa ci è piaciuto:
• Ogni singolo fotogramma che include Ian e/o Mickey. Preparatevi, perchè ce lo sentirete ripetere fino allo sfinimento.
• Fiona, che continua ad essere l'asse portante dello show. Un'altra ottima interpretazione da parte di Emmy Rossum.
• La fragilità di Kevin nel suo volersi rapportare al ruolo paterno.
Cosa non ci è piaciuto:
• Debbie, in piena fase adolescenziale, sta diventando un po' fastidiosa.
• Il personaggio di Sammi continua ad essere un po' troppo sempre uguale a se stessa; abbiamo capito che deve rimandare l'immagine femminile di Frank, ma non c'è bisogno di continuare a veicolare questo messaggio.
• Frank è ridotto all'ombra di se stesso, sebbene continui di tanto in tanto a sparare una delel sue dichiarazioni politicamente scorrette che tanto fanno ridere.