Recensione del film Qualcosa di straordinario (2012) diretto da Ken Kwapis e con protagonisti Kristen Bell, Drew Barrymore, John Krasinski, Dermot Mulroney, Ted Danson, Stephen Root.
Qualcosa di straordinario racconta una storia vera, una storia che ha commosso l'America e non solo e che è diventato un caso internazionale, tanto da coinvolgere anche la Russia, allora URSS, che, agli sgoccioli della guerra fredda, non aveva certamente degli ottimi rapporti con gli Stati Uniti.
Siamo nel 1988 e a Barrow, una fredda cittadina dell'Alaska settentrionale, tre balene grigie rimangono intrappolate sotto il ghiaccio del Circolo Polare Artico. Una volontaria di Greenpeace (Drew Barrymore) cercherà in tutti i modi, con l'aiuto speciale del cronista locale, oltre che suo ex fidanzato, Adam (John Krasinski) e coinvolgendo anche la gente del posto, le compagnie petrolifere, la stampa nazionale nonché lo stesso presidente degli Stati Uniti, a fare tutto il possibile per salvare la famiglia di cetacei, che fin da subito diventano la priorità di Barrow.
La pellicola è diretta da Ken Kwapis (La verità è che non gli piaci abbastanza) ed è tratta dal libro del giornalista Thomas Rose, Freeing The Whales, il quale ha assistito al salvataggio delle balene ed ha subito deciso di scriverci un libro, uscito l'anno seguente, nel 1989. La notizia della difficoltà in cui si trovavano i tre animali, che sarebbero andati incontro a morte certa se non si fosse fatto subito qualcosa, ha catturato fin da subito l'interesse dei media, che sono accorsi in massa a Barrow per poter documentare ed assistere di persona alle operazioni di salvataggio. Il film racconta tutto ciò dal punto di vista del cronista che ha dato per primo la notizia e del suo amico undicenne Nathan, un ragazzo nativo dell'Alaska, il quale riesce a mostrare allo spettatore la vicenda attraverso uno sguardo puro ed onesto.
La storia è sicuramente molto bella e merita di essere ricordata e raccontata, anche ad un pubblico di ragazzi; le ambientazioni sono affascinanti e inusuali (non ci sono molti film, soprattutto hollywoodiani, girati in Alaska); la ricostruzione della scena delle balene intrappolate è spettacolare e lo sono soprattutto le riprese sott'acqua.
Purtroppo, pero'. nel complesso il film ha molti limiti e molti punti negativi. Prima di tutto manca una figura veramente negativa, sono tutti troppo buoni per un film di finzione. Anche gli unici personaggi più cinici come i rappresentanti del governo o delle compagnie petrolifere si sciolgono davanti alla situazione e all'improvviso si convertono alla giusta causa, quando fino al giorno prima erano pronti a fregarsene per i propri interessi personali. Il momento della liberazione è sicuramente emozionante ma spesso si cade nel banale, con frasi ed atteggiamenti troppo buonisti. Si cerca di romanzare una storia che forse sarebbe stato più opportuno e più interessante raccontare attraverso una forma narrativa diversa, magari con un documentario. Il risultato finale sarebbe stato più sincero e meno finto, solo per strappare la lacrima facile allo spettatore.
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