Recensione Main dans la main di Valérie Donzelli
Recensione del film Main dans la main, commedia francese diretta da Valerie Donzelli in concorso al Festival del Film di Roma 2012: pellicola che passa da commedia folle a dramma poco necessario, fino ad arrivare ad un finale scontato e banale.
di Giorgia Tropiano / 10.11.2012 Voto: 6/10
Main dans la main è una strana commedia francese presentata in concorso alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. La pellicola è scritta e diretta da Valerie Donzelli, giovane autrice famosa per la sua precedente pellicola La guerra è dichiarata ed è interpretata, oltre che dalla regista stessa, dall’ex compagno Jeremie Elkaim, anche co-sceneggiatore, con il quale è alla terza collaborazione e dall’attrice Valerie Lemercier.
Helene Marchal (Valerie Lemercier) insegna danza al Teatro dell’Opera di Parigi, è una donna ricca, di classe, un po’ snob e sola, non ha creato una propria famiglia e vive con una sua amica, Costance, al centro di Parigi. Joachim Fox (Jeremie Elkaim) vive con la sorella sposata, con le nipotine e con l’anziana nonna fuori da Parigi, conduce una vita semplice e tranquilla ed è un modesto operaio che fabbrica specchi. Un giorno queste due persone così diverse si incontrano per caso e da quel momento non potranno più staccarsi, nel vero senso della parola. Come sotto l’effetto di un incantesimo, i due non possono più stare separati, se uno dei due si muove l’altro anche, sono così obbligati a vivere insieme e ad adeguare le loro vite e le loro abitudini secondo le esigenze dell’altro.
Mano nella mano, questa è la traduzione fedele del titolo del film, è l’espressione perfetta per descrivere la storia raccontata dalla Donzelli. I due protagonisti sono legati da una strana attrazione sin da subito e un fugace bacio scambiato senza neanche conoscersi li obbliga, da quel momento in poi, a stare insieme, come se vivessero mano nella mano. Imparano così a conoscersi nel profondo, nelle abitudini quotidiane, nei reciproci affetti ma soprattutto entrano in contatto con le opposte vite che conducono. Tutto questo non è facile, ci saranno scontri, divergenze, e si arriverà alla necessaria separazione. Da qui in poi la pellicola cambia faccia e passa da commedia folle a dramma poco necessario, fino ad arrivare ad un finale scontato e banale.
Se si riesce ad accettare il presupposto iniziale fantasioso e irreale, secondo il quale tutta la prima parte del film sembra come un lungo duetto danzante tra i due protagonisti, che si muovono come robot spinti da una forza misteriosa, che li fa spostare come se fossero burattini mossi contro la loro volontà, allora Main dans la main può essere interessante o perlomeno originale. Superati questi presupposti, la pellicola diventa poi piatta e con cadute di stile vertiginose.