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Recensione L’ora nera

Recensione del film L'Ora Nera (2011) diretto da Chris Gorak e con protagonisti Emile Hirsch, Olivia Thirlby, Rachael Taylor, Max Minghella, Dato Bakhtadze, Joel Kinnaman.

Con L'ora nera il regista Chris Gorak è alla sua opera seconda, dopo l'apocalittico Right at Your Door, in cui una bomba caduta su Los Angeles ricopre la città di una nube tossica e gli abitanti devono cercare di sopravvivere alla catastrofe. Il destino ha voluto che una nube di fumo abbia interferito con la realizzazione dell'opera successiva del regista in quanto L'ora nera, girata tra l'altro in 3D, è ambientata a Mosca e nel luglio del 2010, per tre settimane, le riprese del film sono state interrotte a causa di una serie di incendi scoppiati nella capitale russa che hanno causato un'alta concentrazione di fumo nell'aria. E in questo film il nemico è ancora più temibile: si tratta di un attacco alieno su scala mondiale.

Sean (Emile Hirsch) e il suo amico Ben (Max Minghella, figlio del compianto Anthony) sono a Mosca per un viaggio d'affari, qui fanno la conoscenza di due ragazze americane, Natalie (Olivia Thirlby) e Anne (Rachael Taylor), in vacanza nella capitale russa. Il gruppo si troverà presto in trappola dopo un improvviso attacco alieno e dovrà cercare il modo di sopravvivere per far ritorno a casa.

Il film propone tutti i possibili clichè del genere: un gruppo di sopravvissuti (tra cui la ragazza carina, l'eroe coraggioso e l'aiutante buono) che cercano una soluzione per combattere il nemico sconosciuto,  in questo caso anche invisibile, con perdite dolorose e picchi di tensione. Nulla di originale, con una sceneggiatura, scritta da Josh Zetumer, che in piu' occasioni puo' risultare banale: frasi scontate, cavalli che escono fuori all'improvviso, scene improbabili e spiegazioni forzate.  Spaihts ha anche realizzato la sceneggiatura di  Prometheus, l'attesissimo prossimo lavoro di Ridley Scott, si spera che il risultato finale sia di un livello più alto. Vedendo il film ci si chiede perché un attore talentuoso come Emile Hirsch, che abbiamo amato per le sue grandi interpretazioni in Into The Wild, Milk e Killer Zoe, scelga di fare film del genere.

Il finale, tra l'altro molto prevedibile, come lo sono tutte le morti avvenute, lascia la storia irrisolta e pronta ad un probabile sequel. La realizzazione di un secondo capitolo, tuttavia, è condizionata dai risultati della pellicola al botteghino. Negli Stati Uniti il film è già uscito e non ha avuto dei risultato brillanti, ma vedremo come si comporterà la pellicola nelle sale italiane quando arriverà il prossimo 20 gennaio.

Una nota positiva è, però, la decisione di girare il film in 3D, forse non indispensabile ma sicuramente ben utilizzato, tanto da diventare un valore aggiunto. E anche l'insolita scelta di Mosca, come location per un blockbuster hollywoodiano, è funzionale a creare un'atmosfera fredda e desolata ma allo stesso tempo affascinante e misteriosa.

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