Recensione del film L'ipnotista di Lasse Hallstrom, tratto dall'omonimo romanzo di Lars Kepler: non entusiasmante ma uno dei migliori film di Hallstrom.
L'ipnotista, tratto dall'omonimo romanzo di Lars Kepler, è il nuovo film di Lasse Hallstrom che dopo decine di film hollywoodiani torna in patria e gira una pellicola completamente svedese. Dopo una carriera che spazia da film romantici e strappalacrime (Le regole della casa del sidro, Dear John) a film in costume (Casanova) e commedie (Qualcosa di cui…sparlare) tutti con protagonisti grandi star internazionali, il regista passa al genere thriller e realizza un prodotto più modesto e meno pretenzioso, utilizzando attori scandinavi sconosciuti al vasto pubblico.
In L'ipnotista un'intera famiglia viene sterminata, il padre viene ucciso nella palestra dove insegna mentre la madre e la figlia più piccola nella loro casa. L'unico sopravvissuto è Josef, il figlio adolescente, che però a causa delle ferite finisce in coma e non può testimoniare. Il commissario Jonna Linna deve scoprire chi è l'assassino ma si trova in un vicolo cieco. Un'infermiera dell'ospedale consiglia all'uomo di rivolgersi all'ipnotista Erik Maria Bark per ottenere informazioni dal ragazzo in coma. Erik, ormai ritiratosi dalla professione in seguito ad uno scandalo, inizialmente rifiuta, poi cambia idea e decide di aiutare la polizia nelle indagini, scatenando così l'ira dell'assassino e mettendo in pericolo la propria famiglia.
L'ipnotista ha un'atmosfera tipica di un film scandinavo. Ha una fotografia fredda, uno sviluppo lento e dà più importanza allo sviluppo psicologico dei personaggi, alla loro storia personale piuttosto che all'azione e alla tensione fine a se stessa, tutto il contrario degli elementi su cui si basa un thriller hollywoodiano. Ed così che Lasse Hallström torna alle origini del suo cinema e realizza un film che ormai più nessuno si aspettava da lui, visto che negli ultimi anni non ha fatto altro che confezionare film per ottenere il facile favore del pubblico, scendendo a compromessi con l'industria e tutto ciò che ne deriva. Con il risultato di pellicole modeste se non pessime.
Non che L'ipnotista sia un film perfetto o particolarmente riuscito ma il tentativo è sicuramente apprezzabile e la pellicola si lascia guardare, regalando anche, nel corso delle indagini, più di un colpo di scena. Alla storia principale, quella della ricerca dell'assassino, si intreccia la storia personale dell'ipnotista e del rapporto complicato con sua moglie a causa di qualcosa che è successo nel passato. I due fili narrativi, che sembrano non legarsi mai, si intrecciano invece nel finale girato tra le gelide nevi svedesi, in un'ambientazione che più nordica non si può. Niente di entusiasmante ma sicuramente uno dei migliori film dell'ultimo Hallstrom.
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