Recensione di Cercasi amore per la fine del mondo, film debutto alla regia della sceneggiatrice Lorene Scafaria con protagonisti Steve Carell e Keira Knightley. Una pellicola particolare che da commedia diventa un film sentimentale passando per road movie.
Cercasi amore per la fine del mondo segna il debutto alla regia della sceneggiatrice Lorene Scafaria (Nick & Norah – Tutto accade in una notte), la quale sceglie un tema non così convenzionale, anzi tutt’altro: quello della fine del mondo. Ma non è assolutamente catastrofico come si può pensare a primo impatto, cerca invece di affrontare la tematica da un punto di vista più intimo e personale, focalizzandosi sui sentimenti e gli stati d’animo delle persone. Protagonisti del film sono Steve Carell e Keira Knightley, entrambi molti entusiasti di poter prendere parte al progetto fin dalla prima lettura della sceneggiatura.
Un asteroide è pronto a colpire la Terra, vani sono stati tutti i tentativi tentati dall’uomo di deviarlo. Il mondo è destinato a finire e l’umanità con esso. Il film racconta gli ultimi venti giorni di vita di Dodge (Steve Carell), agente assicurativo con un matrimonio fallito alle spalle. L’uomo è solo ed è destinato a passare gli ultimi giorni che gli rimangono senza nessuno accanto, è depresso e apatico. Tutto cambia quando, una notte, casualmente incontra Penny (Keira Knightley), una sua vicina di casa, una ragazza strana, completamente diversa da lui. È piena di vita, è solare, è coinvolgente. Due anime così diverse si incontrano e non riusciranno più a staccarsi, iniziando un viaggio che li porterà verso la scoperta del vero amore.
Cercasi amore per la fine del mondo è una pellicola molto particolare, è un vero e proprio ibrido. Inizia come una commedia, sfoggiando battute veramente esilaranti su cosa potrebbe accadere e come si comporterebbero le persone alla notizia che quelli che stanno per arrivare saranno gli ultimi giorni della loro vita. Da questo presupposto si scatenano le reazioni più curiose e inverosimili ma anche molto divertenti e surreali. Questo fino a quando fa il suo ingresso nella storia Penny. Da lì in poi il film cambia: diventa prima un road movie per poi trasformarsi progressivamente in un film sentimentale e strappalacrime.
La commistione di genere spesso funziona al cinema, ma non è questo il caso. La pellicola è divisa nettamente in due parti. La prima è assolutamente divertente, innovativa, a tratti geniale, con l’utilizzo di un’ironia molto intelligente ma crudele al tempo stesso. La seconda parte è pedante, noiosa, poco originale e a tratti troppo sdolcinata e melensa, con delle battute così banali che non sembrano scritte dalla stessa persona. E poi mentre Steve Carell è molto funzionale al ruolo che interpreta, Kiera Knightley, con la poca espressività che la contraddistingue, non fa altro che rendere ancora più insopportabile il suo personaggio, non aiutata, tra l’altro, da un pessimo doppiaggio.
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