The Promise è un ottimo episodio, pieno di azione e rivelazioni, capace di costruire una tensione palpabile intorno al personaggio migliore dello show, Slade Wilson.
Dove eravamo
La scorsa settimana, nel recensire Time to Death, avevamo parlato di un episodio in gran parte scevro di azione, costretto quasi a mettere gli argini al proprio villain. L'episodio 2×14 era piuttosto una puntata incentrata sui rapporti umani, poggiando la lente di ingrandimento sui componenti della famiglia Lance. Il ritorno di Sara dalla terra dei morti e il suo riunirsi con Oliver avevano portato da una parte all'insopportabile gelosia di Laurel, dall'altra, invece, all'emergere di Felicity che, ancora una volta, si confermava il personaggio femminile più interessante. Ritratti umani, questi, che però erano andati a tagliare via buona parte del pathos e della tensione. Avevamo concluso il nostro intervento dicendo che, nonostante questo, Time to Death riusciva a salvarsi alla grande grazie agli ultimi minuti, quando Oliver trova Slade Wilson nel suo salotto. L'episodio 2×15, The Promise, parte dallo stesso punto e, sin dai primi momenti, dimostra la voglia di Arrow di farsi perdonare per la settimana scorsa.
Cosa vedremo
Da un paio di anni a questa parte c'è la tendenza a creare villain che superano di gran lunga i protagonisti "eroi"; Arrow, in questo senso, non fa eccezione. The Promise è, infatti, quasi interamente incentrato su Slade Wilson, un personaggio così profondo e con così tante cose da dare da meritarsi uno spin off tutto suo. Un personaggio forte e maledetto al tempo stesso, contro cui il povero Oliver Queen, spesso così retorico, non può fare molto. L'episodio si apre proprio dal punto in cui Time to Death si era chiuso. Nella stretta di mano di ferro che i due si stringono. Una morsa quasi letale, che ben riesce a rimandare l'immagine di una rivalità forte, velenosa. La sorpresa di Oliver nel ritrovarsi davanti l'amico/nemico Slade – che lui credeva morto, come avevamo scoperto nell'episodio 2×09 Three Ghost – non ha il tempo di palesarsi, perchè negli occhi di Oliver si concretizza subito una specie di paura rabbiosa. E The Promise è lì a spiegarcene il motivo. Mentre, infatti, lo Slade Wilson elegante e vagamente ingrigito si muove per la Queen Manor come se la possedesse, elargendo sorrisi compiaciuti al Vigilante, la storia ci porta di nuovo sull'isola, dove Slade, ancora sotto l'influsso del Mirakuru e del suo profondo lutto per la perdita di Shado è più che mai convinto a prendere possesso del mercantile di Anthony Ivo e vendicarsi. Sara e Oliver accettano il suo piano, soprattutto perchè vogliono distruggere la scorta di elisir. Soprattutto, però, Oliver si sente in dovere di aiutare Slade perchè è ossessionato dai propri sensi di colpa, per essere stato responsabile indiretto della morte di Shado, la donna che Slade ha amato sin dal primo istante, pur sapendo di non essere ricambiato, visto che Shado aveva una storia proprio con Oliver. Il ragazzo, allora, si trova nei panni di un colpevole di secondo grado. Primo per essersi messo in mezzo e aver, di fatto, impedito a Slade di vivere i propri sentimenti; e secondo per aver portato alla morte della ragazza, appena una puntata dopo che Slade era riuscito, se non altro, a dirle quanto profondi fossero i suoi sentimenti. Così, sebbene sia inseguito dagli incubi e non sia del tutto sicuro dell'attendibilità di Slade, Oliver accetta di farsi catturare dagli uomini di Ivo e, fingendosi vittima del siero della verità, aiuta gli altri due ad arrivare sul mercantile dove, in brevissimo tempo, scoppia una rivolta. Ben presto, però, la lotta per il Mirakuru si trasforma in un amletico duello, quando Slade scopre la verità su Shado.
Una promessa
Vero nodo centrale di questo bellissimo episodio, che alterna momenti pieni di azioni, sparatorie e incendi dirompenti a momenti più calmi, è naturalmente il rapporto tra Slade e Oliver e la loro contrapposizione come caratteri fondamentalmente buoni. Da una parte, sull'isola, Oliver è ancora il kid che deve imparare tutto e che guarda a Slade come una forma di guida. Soprattutto, però, tra i due emerge un profondo senso di amicizia che sembra allungare le proprie dita verso l'eternità. Tu sei mio fratello dice Slade a Oliver; gesto, questo, che fa salire le lacrime agli occhi a tutti coloro che hanno visto e amato la serie tv Spartacus. Perchè in quel momento, in quel giuramento di fratellanza oltre tutto e tutti, è impossibile non pensare alla stretta che Spartacus e Crisso (sempre interpretato da Manu Bennett) si concedono, prima di muovere i passi nefasti del loro destino di sangue. Oliver è un personaggio buono (forse anche troppo), un personaggio ossessionato dalle cose non dette, che però prova sempre a fare la cosa giusta. Dall'altra parte della barricata, però, c'è Slade, anche lui profondamente positivo, minato però dal veleno che gli scorre nel sangue. Un uomo pronto a rinunciare a tutto, anche a se stesso, pur di vendicare la donna che ha amato tanto senza neanche assaggiare il dolce sapore dell'amore corrisposto. Quello di Slade è un amore ossessivo, cieco, privo di vie di fuga. E' il tipo di amore che riempie un personaggio, che è capace di manovrarne i gesti, a discapito di una razionalità forse più consona ma di certo meno affascinante. E tra questi due personaggi – Oliver e Slade – è l'ombra di Shado a fare da catalizzatore. La sua morte, che incombe nel gruppo come una nuvola nera che promette tempesta, porterà infine alla fine dell'amicizia che già ci era stata pronosticata. Quando Slade scopre del ruolo ricoperto da Oliver nella morte di Shado sa che un rapporto, tra loro, è diventato impossibile. Perciò, sull'isola, li vediamo lottare: uno per la sopravvivenza, l'altro – con i muscoli gonfi e gli occhi lucidi – per la morte. Un odio, questo, che echeggia negli anni e si ripalesa nel presente. In ogni sguardo di Slade, in ogni frase di circostanza che dice a Moira, in tutte le parole spezzate che usa quando deve parlare di un amore finito troppo presto, c'è il profondo odio per l'uomo che l'ha pugnalato al cuore due volte. E Oliver, dal canto suo, al momento si trova fermo, impossibilitato a reagire tra le mura della propria casa. Per questo è costretto a chiamare aiuto e la Arrow Team si mette subito all'opera. Roy, con in corpo il Mirakuru, è il primo ad entrare in casa e la stretta di mano che si scambia con Slade è uno degli elementi ironici più riusciti di questa puntata. Segue Sara, che non nasconde neanche per un attimo l'odio che prova nei confronti di Slade (sebbene, qualche episodio fa, aveva rivolto a Oliver la domanda "Cosa è successo a Slade?" con una forte preoccupazione ad invaderle la voce, tanto da far pensare ad una possibile relazione tra i due). Fuori, nascosto nell'ombra, Dig aspetta con un'arma quasi fantascientifica pronta a far fuoco. Ma Slade è intelligente ed è un passo avanti a tutti coloro che si sono chiusi a riccio per proteggere Oliver. Così l'erede di casa Queen è costretto ancora una volta all'impotenza, mentre Slade, serafico e quasi affettuoso, risponde alla domanda di Oliver ("cos'è che vuoi?") ricordandogli di una promessa fatta in precedenza. La promessa – che dà il titolo all'episodio- di portargli via tutto quello che ha di più caro.
Il volto dietro la maschera
In The Promise assistiamo finalmente alla nascita di Deathstroke, il nemico contro cui Oliever dovrà lottare (sic!) per tenere al sicuro se stesso e le persone che lo circondano. Il personaggio che emerge con più forza da questa visione è, naturalmente Slade Wilson, l'uomo che si nasconde dietro la maschera, a cui Manu Bennett dà una concretezza umana di sicuro impatto. Perchè Slade non è il classico cattivo macchiettistico: è un uomo elegante, sicuro di sè, colto. E' un uomo che ha la più alta motivazione a giustificare le sue discutibili azioni. E' un uomo che ha sofferto, che è stato tradito e che è stato avvelenato. Una persona che ha rinunciato alla ragione in favore di un furore cieco che, invece di esplodere come una bomba a mano, rimane a galleggiare nel risentimento, nel dolore e in qualcosa di non meglio specificato che rende umane anche le azioni più turpi. In questo, e soprattutto nella promessa che fa ad Oliver alla fine della puntata, Slade ricorda un po' il Bane di Christopher Nolan, a cui Tom Hardy dava il volto. Entrambi, infatti, si rivolgono ai loro antagonisti con una sicurezza quasi ostentata. "Quando Gotham sarà in cenere avrai il mio permesso di morire" dice Bane a Batman; e Slade sembra fare propria questa massima. Sue, infatti, sono le mani che si sono mosse dietro qualsiasi attacco a Starling City. Suo l'occhio vigile che, ora, segue le telecamere nascoste dentro casa di Oliver. E, in questo senso, la promessa che Slade ha fatto sembra in realtà promettere l'inferno: l'uomo ha permesso al ragazzo di tornare a casa, di ricostruirsi un'identità e un possibile futuro con Sara. E proprio ora che le cose per Oliver cominciavano ad andare meglio, l'ombra di Slade è apparsa, oscurando tutto il resto.
Cosa ci è piaciuto:
• Il personaggio di Slade. Prima di scoprire della morte di Shado, la sua fragilità era così forte da spezzare il cuore. Dopo, invece, il suo furore, fatto di rabbia e muscoli, lo rendono un villain talmente interessante da oscurare il protagonista.
• Tutta la parte sull'isola, piena di azione e piccole scoperte centellinate con la pazienza di uno sculture di cristallo.
• Che non si sia vista Laurel.
Cosa non ci è piaciuto:
• Felicity ridotta ad una specie di macchietta, che dice solo Per favore salvate Oliver.
• La possibilità – suggerita – che Slade possa intraprendere una relazione con Moira per avvicinarsi ancora di più a Oliver.
• L'atteggiamento vagamente incoerente di Sara.
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