Recensione 1942 con Adrien Brody e Tim Robbins
Recensione di 1942 di Xiaogang Feng con Adrien Brody e Tim Robbins, film presentato al Festival del Film di Roma 2012: racconta la carestia nell'Henandurante la 2a Guerra Mondiale, un'orribile parte della storia umana che è sconosciuta alla maggioranza delle persone.
di Giorgia Tropiano / 13.11.2012 Voto: 7/10
1942 è il primo film dei due film a sorpresa asiatici attesi alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. È un dramma bellico cinese diretto da Xiaogang Feng ed interpretato fra gli altri da Adrien Brody e Tim Robbins. La pellicola racconta una triste pagina della storia cinese, ossia la carestia che si è abbattuta sull’Henan, una regione della Cina, nel 1942, in piena guerra mondiale e di come morirono circa tre milioni di persone abbandonate a se stesse, senza alcun intervento del governo per risolvere la situazione, nonostante ne fosse al corrente. 1942 ha avuto serie difficoltà di realizzazione, il regista non riusciva a trovare finanziamenti e solamente del 2010, a dieci anni da quando decise di fare il film, è riuscito nel suo scopo.
Durante la seconda guerra mondiale, quando la Cina combatte a fianco delle forze alleate, ed è attaccata dal Giappone ostile, scoppia nella regione dell’Henan una gravissima carestia. Milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case e a mettersi in viaggio nella speranza di trovare cibo o aiuti per sopravvivere. La pellicola si focalizza su due famiglie in particolare: quella di Fan, un ricco proprietario terriero, che parte con la moglie, l’anziana madre, la figlia, la nuora in dolce attesa e il fedele servitore Shuang Zhu; e un’altra famiglia più povera composta da moglie, marito e due bambini. Il destino di queste persone si intreccia e la fame li porterà ad aiutarsi a vicenda, senza più alcun vincolo di classe e di ricchezza. Contemporaneamente il film ci mostra la lotta di un reporter americano (Adrien Brody) che assiste in prima persona alle condizioni di queste persone e si batte in tutti i modi per poter convincere il governo cinese a mandare aiuti agli sfollati. Ma in quel momento delicato per il paese, i governatori pensano che sfamare le truppe e i soldati abbiano la priorità e lasciano per anni tutte quelle famiglie abbandonate a se stesse, contribuendo in questo modo alla morte di 3 milioni di suoi compaesani.
1942 è un film necessario perché racconta un’orribile parte della storia umana che è sconosciuta alla maggioranza delle persone, come tante altre storie che vengono a galla sempre troppo tardi, quando ormai non è più possibile fare nulla ma che è giusto conoscere per ricordare. È anche un film epico, realizzato con grande maestria, che ricostruisce le scene di guerra e di bombardamenti così realisticamente da turbarti, tecnicamente perfette; ma soprattutto non indugia troppo sul dolore e sulla tragedia ma cerca di raccontare l’orrore senza focalizzarsi troppo sul dramma, presente già di per sé, in modo da non far cadere troppo in quel facile sentimentalismo che svanisce a film finito, al contrario in questo modo le immagini rimangono più impresse e il dolore ti accompagna anche a luci spente.
C’è da dire anche che 1942 soffre di momenti morti, mette sul fuoco troppe cose e spesso lo spettatore perde il filo della storia tra i tanti volti e i tanti nomi presentati. E poi, soprattutto, i centoquarantaquattro minuti non aiutano e sono veramente eccessivi.