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Priscilla, recensione del film di Sofia Coppola | Venezia 80

Presentato in concorso alla Mostra cinematografica di Venezia 80 il film 'Priscilla' di Sofia Coppola con Cailee Spaeny e Jacob Elordi, il rovescio della medaglia del film 'Elvis' di Baz Luhrmann.

Sofia Coppola torna, con il suo film Priscilla, all’80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, tredici anni dopo aver vinto il Leone d’oro come miglior film con Somewhere. La pellicola vede come protagonista Priscilla Presley, ex moglie di Elvis e madre di Lisa Marie Presley, recentemente scomparsa. La storia di basa sul libro biografico Elvis and Me, scritto nel 1985 dalla stessa Priscilla, che è anche tra i produttori della pellicola, insieme a Sofia Coppola e a Lorenzo Mieli con la sua The Apartment. A prestare il volto alla giovane ragazza troviamo l’attrice Cailee Spaeny (Omicidio a Easttown), mentre l’ambito ruolo di Elvis è andato a Jacob Elordi, che i più conoscono per la sua interpretazione in Euphoria e nel film Netflix The Kissing Booth.

La storia proposta da Sofia Coppola

Elvis Presley è stato senza dubbio una leggenda: un mito che continua ad esistere e a sopravvivere anche oltre il confine ultimo della morte. È questo il destino che spetta alle grande personalità che sono state in grado di lasciare un segno del proprio passaggio nella Storia e nel mondo dell’arte. Non sorprende, dunque, che più volte si sia cercato di restituire la magia di Elvis sul grande schermo: l’ultimo esempio, naturalmente, è il lungometraggio diretto da Baz Luhrmann e dal titolo Elvis, che vedeva il giovane attore Austin Butler prestare volto, mimica e corpo all’icona musicale. Ma la leggenda di Elvis è una leggenda legata a doppia mandata a quella che si può definire il suo grande amore, Priscilla Presley. La pellicola ci mostra la loro storia, da quando si conoscono, fino al momento in cui la donna decide di lasciarlo.

Priscilla è un film raccontato attraverso il punto di vista e gli occhi della protagonista, una ragazza che all’inizio della storia è una bambina di appena quattordici anni e che si ritrova catapultata in una situazione più grande di lei. Viene presentata a quello che in quel momento era già uno dei cantanti più amati ed idolatrati degli Stati Uniti, un mito per la giovane ed innocente Priscilla. La ragazza subisce da subito il fascino della star e poi quello del ragazzo ferito per aver perso da poco la madre, così entra nella vita di Elvis senza rendersi veramente conto di quello a cui andava incontro.

Come in tutti i suoi film, Sofia Coppola è bravissima a raccontare l’animo femminile in tutte le sue sfumature, soprattutto nelle sue fragilità e nella sofferenza. Priscilla è il ritratto delicato e profondo di una ragazza che sogna e vive una vita che ha profondamente voluto e desiderato ma che ben presto è costretta a sbattere la testa davanti alla realtà cruda che l’aspetta e alla sofferenza e soprattutto la solitudine che la sommerge pian piano, fino a spegnere lentamente il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere.

Priscilla rappresenta il rovescio della medaglia del film Elvis di Baz Luhrmann

Abbiamo sempre visto rappresentato o letto la storia di Elvis, del mito, della star, dell’icona musicale, ma nessuno si è veramente soffermato a raccontare di colei che ha passato anni accanto a quella figura, che per tutti era un eroe ma che per lei era un uomo che limitava la sua libertà, le sue scelte e che la teneva in prigione senza mai farla sentire viva. Così, Priscilla rappresenta il rovescio della medaglia di Elvis, il film di Baz Luhrmann, se lì il protagonista era Elvis e tutto il film era una lenta discesa verso la sua rovina, qui la protagonista è Priscilla e la storia della sua profonda sofferenza ma anche della sua maturazione e presa di consapevolezza che la portano verso la rinascita. La messa in scena, la sceneggiatura e la regia sono in pieno stile Coppola, tutta la sua cifra stilistica è pienamente presente nel film, e il risultato è una pellicola piena di grazia e raffinatezza, soprattutto grazie anche alla freschezza e la bravura di Cailee Spaeny, che attraverso il suo sguardo puro e sognante, ci regala una protagonista con la quale non si può fare a meno di empatizzare.

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