'Planes 2: Missione Antincendio' è un secondo capitolo nettamente superiore al primo: incentrato sul tema della reinvenzione individuale e del rispetto della vecchiaia, il film raggiunge apici molto alti quando si tratta di rappresentare la guerra contro il fuoco. Ottima colonna sonora.
Circa un anno fa, quando avevamo recensito Monsters University avevamo riconosciuto alla Pixar non solo la capacità ma anche il coraggio di costruire una storia sull'idea del diventare grandi. Una storia che passava attraverso l'accettazione dei propri limiti e delle proprie debolezze, con la consapevolezza che, nella vita, non sempre si può ottenere quello che si vuole e che, a volte, bisogna scendere a patti con i propri sogni, riscriverli, e diventare altro, rispetto a quello che si era sognato. Per Planes 2: Missione antincendio il discorso è più o meno lo stesso.
Ritroviamo Dusty che, nel primo episodio, aveva abbandonato il suo lavoro da concimatore per diventare un campione di velocità. In Planes 2, però, lo troviamo ammaccato: la sua trasmissione è andata e l'aereo non può superare una data velocità se non vuol correre il rischio di schiantarsi al suolo. Una sera, depresso da questo responso medico, Dusty decide di alzarsi in volo: la spia rossa che si accende, quando il pericolo si avvicina, lo distrae al punto da abbattere una torre e creare un incendio che mette in evidenza l'inadeguatezza delle risorse antincendio e mettendo al centro del ciclone Mayday, che di colpo sembra troppo vecchio per svolgere il suo lavoro. Per questo Dusty decide di diventare un aereo spegni incendio, sottoponendosi ad un duro addestramento.
Un anno fa uscì al cinema Planes, un prodotto che, nella migliore delle ipotesi, poteva essere definito come la brutta copia di Cars, film già di per sé non brillantissimo nell'universo colorato della Pixar. Un vero e proprio copia-incolla che ricalcava non solo l'idea di base – ossia quella di dar voce e anima a mezzi di trasporto – ma anche, e soprattutto, a livello di trama, con un protagonista che sogna di vincere una gara di velocità e diventare campione mondiale. All'epoca Planes mostrava tutte le caratteristiche di un prodotto (mediocre) pensato per il mercato dell'homevideo e destinato ai più piccoli: lo si capitava da situazione comiche al limite del sopportabile, da personaggi ridotte a semplici macchiette e nessuno sforzo narrativo. Eppure il film uscì al cinema ed ottenne dei risultati da capogiro. Gli incassi, così, spinsero i realizzatori ad ignorare tutta la marea di critiche negative ricevute, arrivando un anno dopo al cinema con un sequel che ha aperto la nuova edizione del festival di Giffoni.
E, per una volta tanto, sbugiardando i luoghi comuni legati alla realizzazione dei sequel in ambito cinematografico, il secondo capitolo di Planes è nettamente superiore a quello che lo ha preceduto. La storia ha sviluppato un certo spessore che, in più di un'occasione, smuove il cuore dello spettatore portandolo alla commozione. E' il caso delle storie legate alla "vecchiaia": per un giovane che emerge, Dusty, ci sono molti personaggi avanti con gli anni che portano sulle proprie spalle il peso non solo dei loro anni, ma anche di un mondo che sta cambiando troppo in fretta per le loro ruote/ali. Allo stesso tempo, però, questi personaggi sono portatori di una dolcezza infinita, capace di sciogliere anche il cuore più freddo: si pensi ad esempio alla coppia di sposi che torna a visitare, cinquant'anni dopo, il luogo del loro primo bacio, come se il tempo non fosse mai passato e l'amore non fosse capace di sfumare. Allo stesso modo si pensi allo sceriffo che si vede passare avanti da un più giovane e inesperto (oltre che arrogante e insopportabile) sovrintendente, come se la sua esperienza non contasse niente. Tutte tematiche, queste, che risultano senz'altro attuali in un contesto sociale e culturale come quello che stiamo vedendo, in cui si sentono sempre più spesso storie raccapriccianti di anziani abbandonati in balìa di se stessi, facili prede per criminali da strapazzo e persone senza cuore. Questo lato di Planes 2, che è il più umano e il più riuscito in fase di sceneggiatura, è quello che permette maggiormente ad un pubblico che vada oltre i 10 anni di età di entrare nel film, rimanendoci per tutta la durata.
Il vero salto di qualità, però, Planes 2 lo fa quando si tratta di creare le scene di lotta al fuoco: le fiamme lambiscono lo schermo, riempiendolo di sfumature crimisi ed è quasi possibile avvertirne il calore. In queste scene sembra quasi di scivolare nel libro di Nicholas Evans, Nel fuoco. In effetti, proprio durante la visione del film, sembra balenare in primo piano una frase tratta dal libro, che recita: "Nessuno può ottenere ciò che brama il suo cuore se prima non sfida l'ardore del fuoco." Ed in questa citazione è possibile ritrovare il ritratto di Dusty, protagonista che non tutti troveranno eccessivamente simpatico. Eppure è attraverso il battesimo del fuoco che Dusty ritrova se stesso, dando di nuovo unità alla sua esistenza, che sembrava finita senza più corse in cui gareggiare. Il fuoco è ciò che arde nel cuore di chi sogna e per Dusty Planes 2 è l'occasione di crearsi un nuovo sogno ex novo.
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