

Oggetti Smarriti
Recensione del film Oggetti Smarriti di Giorgio Molteni con Roberto Farnesi, Chiara Gensini: sceneggiatura interessante in equilibrio tra commedia e dramma psicologico; fotografia fredda e regia a volte piatta.
di redazione / 26.06.2013 Voto: 6/10
Quante volte ci si innervosisce nel cercare oggetti che si smarriscono senza apparente motivo nonostante si abbiano spesso sotto gli occhi o si sia convinti di averli lasciati in un determinato luogo? Questa esperienza molto comune è la base di Oggetti Smarriti, film indipendente di Giorgio Molteni con Roberto Farnesi, Chiara Gensini, Michelangelo Pulci e la partecipazione di Giorgia Wurth.
Guido è un uomo genovese divorziato da poco trasferitosi nella sua nuova casa dove sta per ospitare la sua nuova ragazza per una serata romantica. Ma i piani saltano quando l'ex-moglie piomba a casa per lasciargli la figlia Arianna senza sentire ragioni, costringendo Guido a rinunciare all'appuntamento e ad occuparsi della bambina. Dopo la riluttanza e l'imbarazzo iniziale la serata sembra svolgersi tranquillamente fin quando Arianna scompare improvvisamente nel nulla mentre aiuta il padre a cercare un cacciavite. Da qui accade un susseguirsi di eventi grotteschi e assurdi: dalla telefonata alla "polizia" in cui sembra di parlare ad un mondo parallelo sino all'arrivo in casa di una curiosa ragazza che cerca di consolare Guido dalla disperazione e che, scopriremo in seguito, non è lì per caso. Una specie di Fuori Orario ambientato in casa invece che in città. In un limbo fra sogno e realtà il protagonista capisce di dover ritrovare innanzitutto se stesso e di dover rivedere le sue priorità per poter ritrovare ciò che aveva perso: era lui ad aver perso la figlia o si era semplicemente perso da solo?
La sceneggiatura di Oggetti Smarriti si rivela molto interessante e incalza soprattutto nella seconda metà del film, riuscendo a trovare un equilibrio più stabile fra commedia e dramma psicologico che invece non è molto chiaro nella prima parte. La presenza di intermezzi rivolti direttamente al pubblico, recitati da Michelangelo Pulci, e il cameo di Giorgia Wurth, donano ritmo e leggerezza al film, appesantito da una fotografia eccessivamente fredda anche se perfetta e da una regia, purtroppo in molti tratti, troppo piatta. La macchina da presa viene gestita in modo troppo poco audace in un film in cui si sarebbe potuto dare il meglio visti gli argomenti e le ambientazioni, e se il ritmo sembra procedere più regolarmente nella seconda parte, nella prima – che scorre a fatica – sembra gestito superficialmente, così come nel finale inutilmente troppo diluito.
Il film si fa tuttavia godere con piacere, soprattutto per gli argomenti trattati e per l'epilogo oltre che per le interpretazioni, in particolare quelle femminili, mai eccessive. Il premio ricevuto da Oggetti Smarriti nella categoria 18+ a Cannes è sicuramente meritato. Si poteva dare di più, ma è comunque un buon risultato.