Oculus, la recensione
Oculus, primo film diretto da Mike Flanagan, è un film che ricade nei soliti clichè dei film horror, caratterizzato però da un'estetica minimale che può risultare molto efficace al genere.
di redazione / 08.04.2014 Voto: 5/10
Oculus è il primo film diretto dal novello regista Mike Flanagan.
Il film ci racconta la storia della famiglia Russell, colpita da una terribile tragedia che ha segnato le vite dei fratelli Tim e Kaylie già dalla tenera età. Tim viene accusato dell'omicidio di entrambi i genitori e per questo viene internato in un ospedale psichiatrico dal quale esce dieci anni dopo con la volontà di mettersi tutto quanto alle spalle e iniziare una nuova vita. Non è di questa opinione Kaylie che invece vuole fare chiarezza sui fatti avvenuti in quel tragico giorno;lei è fortemente convinta che dietro a quella notte di follia ci sia dietro un'entità maligna legata ad un antico specchio. Le sue ricerche confermeranno le sue inqueitanti ipotesi facendo entrare lei e suo fratello in un vortice di terrore.
Oculus è la trasposizione cinematografica del cortometraggio omonimo, diretto dal medesimo regista, Mike Flanagan, il quale nel 2005 con un budget pressoché minimo (meno di 2. 000 dollari) riuscì a conquistare successi e applausi ovunque, tanto che la Intrepid Picture decise nel 2012 di finanziargli la trasposizione sul grande schermo. Il cast è composto da attori sconosciuti ai più come Brenton Thwaites, che interpreterà il Principe Filippo nel nuovo film Diseny Maleficient, e Karen Gillan, una dei protagonisti nel prossimo film della Marvel Studios The Guardians of the Galaxy.
Si vede abbastanza chiaramente che l'idea è stata sviluppata da una base molto fragile che poteva funzionare per un cortometraggio ma non per un lungometraggio, due modalità filmiche dai linguaggi non sempre uguali. Il suo cortometraggio è caratterizzato da un'estetica minimale che alle volte può risultare molto efficace per una pellicola horror. Tuttavia, per rendere un film horror quantomeno buono, utilizzando questo espediente, bisogna essere bravi a saper raccontare una storia che riesca a suscitare emozioni. Non è il caso di questo film, che risulta molto confusionario a livello narrativo e che a tratti risulta anche essere grottesco nei momenti 'horror' per definizione. L'espediente di un montaggio caratterizzato da continui flashback porta una grandissima confusione a livello diegetico, il che non permette una totale comprensione di ciò che sta accadendo. Per quanto originale e intrigante, il continuo mescolarsi di passato e presente, di irreale e reale, non riesce nell'intento di creare una suspense degna di un film horror.
Nonostante la presenza di buoni spunti, Oculus è un film che ricade nei soliti clichè dei film horror degli oggetti feticcio indemoniati che seppur pericolosi, tendono ad attirare il personaggio principale (o i personaggi, in questo caso). Anche se a livello tecnico prova ad uscire fuori dai canoni prestabiliti del film di genere, Flanagan non riesce ad impressionare come avrebbe voluto. Per spezzare una lancia in suo favore, possiamo tuttavia affermare che si tratta del suo primo lungometraggio e che quindi pecca un po' di inesperienza.
Vedremo come Flanagan si comporterà più avanti con la speranza che riesca a dare qualcosa di nuovo al genere horror che da un buon decennio sforna prodotti pressoché mediocri e assai raramente capolavori.