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November – I cinque giorni dopo il Bataclan, la recensione

November - I cinque giorni dopo il Bataclan racconta i giorni di ricerca dei responsabili dopo gli attentati di Parigi e lo fa con un ritmo serrato e senza un attimo di pausa, che però non aiuta fino in fondo la fluidità narrativa.

November – I cinque giorni dopo il Bataclan, film presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 2022, è diretto da Cédric Jimenez  e vede come protagonista Jean Dujardin. La pellicola racconta i fatti realmente accaduti prima e dopo quella giornata orribile che sconvolsero la Francia in primis, ma il mondo intero, la sera del 13 novembre 2015 quando Parigi venne attaccata su più fronti. Esplosioni allo Stade De France dove è in corso una partita, sparatorie in tre diversi punti della città, fino all'episodio più drammatico al Bataclan, mentre è in corso un concerto. Ci saranno 130 morti e più di 400 feriti.

Fred (Jean Dujardin), un agente dell'antiterrorismo francese, è in missione ad Atene a caccia di un possibile terrorista ma purtroppo le ricerche non vanno a buon fine. Dieci mesi dopo Parigi è sotto attacco. Fred mette su una squadra per scoprire i responsabili dell'accaduto e soprattutto deve cercare di farlo nel minor tempo possibile perché c'è il rischio di un secondo attentato, questa volta come obiettivo un asilo nido.

La pellicola non mostra direttamente gli eventi del 15 novembre ma si concentra principalmente su i cinque giorni successivi di ricerca dei responsabili. Il racconto è serrato, sia nelle immagini che nei dialoghi, in alcuni momenti anche troppo, alcune scene più calme e lente ogni tanto sarebbero servite a spezzare un po' un ritmo che parte subito molto veloce e che non si ferma un attimo, così come la ricerca dei terroristi da parte degli agenti. La storia si concentra unicamente su quello che è accaduto in quei giorni di indagine, senza alcuna digressione su i personaggi che compongono il racconto.

Apprezzabile sicuramente la scelta di non spettacolarizzare gli attentati avvenuti in quanto si sceglie di non mostrarli, rimane tutto al di là del grande schermo, sentiamo gli spari, le telefonate di richiesta di aiuto, le testimonianze ma non vediamo nulla, né le vittime, né le sparatorie, né il terrore della gente. Vediamo solo l'urgenza con cui gli agenti vivono quei giorni di ricerca come una vera e propria corsa contro il tempo. E' un buon film, sicuramente importante per comprendere meglio le dinamiche interne di una pagina di storia orribile che nessuno potrà mai dimenticare, ma la scelta di utilizzare un ritmo così veloce, senza pause, probabilmente non aiuta molto nell'apprezzare fino in fondo la pellicola.

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