Non ho mai… recensione del gioiello Netflix
È arrivato su Netflix 'Non ho mai...', un teen drama ideato da Mindy Kailing, incentrato su una ragazza di origini indiane che vuol conquistare il ragazzo più popolare della scuola mentre cerca di superare il lutto per la perdita del padre
di Erika Pomella / 06.05.2020 Voto: 9/10
Tra le serie più sottovalutate e snobbate degli ultimi anni dal pubblico italiano c'è sicuramente The Mindy Project, una sit-com che trattava con ironia ma intelligenza il tema della diversità, portando in primo piano la storia di Mindy, una donna indiana che non corrisponde ai canoni di bellezza dettati dalla società e che tuttavia si sente sicura di sé, abbattendo lo stereotipo secondo il quale una persona che non somigli alle copertine dei giornali non può essere felice. Come se non bastasse la protagonista di The Mindy Project è una donna in un ufficio pieno di uomini, una donna che ha una sua carriera e che non deve rinunciare ad essa per potere avere il proprio lieto fine.
A questo punto potrebbe sorgere la domanda del perché si parli di una sit-com già agé nella recensione di una serie appena sbarcata su Netflix, Non ho mai…
Il fatto è che la serie, composta da 10 episodi, è stata creata, scritta e prodotta proprio da quella Mindy Kailing che aveva già portato sul piccolo schermo una ventata d'aria fresca, un nuovo modo di raccontare il mondo femminile e le minoranze etniche con naturalezza e ironia, senza mai salire sulla scomoda poltrona dell'educanda.
È bastato leggere il nome della Kailing tra i credits i Non Ho mai… (Never Have I Ever il titolo originale) per sapere che questo nuovo teen-drama era assolutamente di quelli da non perdere. E così si è dimostrato.
La storia parla di Devi (Maitreyi Remakrishnan), un'adolescente indiana naturalizzata statunitense che ha da poco perso il padre e si è ripresa dal trauma psicologico che l'aveva spinta a non camminare più. Ora che è tornata sulle sue gambe, Devi non vuole fare altro che ricominciare da zero, presentendosi al mondo come un'adolescente come gli altri. E questo significa anche trovare il ragazzo e provare ad essere felice. Peccato che Devi sia innamorata del ragazzo più bello della scuola, Paxton (Darren Barnet), che sembra non accorgersi nemmeno di lei. Questo, almeno, finché la terapeuta della ragazza non le consiglia di fare qualcosa per se stessa, qualcosa che faccia sentire Devi a suo agio con se stessa, visto che non ha ancora superato la perdita del padre. Così Devi si fa coraggio e parla con il ragazzo di cui si è innamorata, senza sapere che quel semplice atto metterà in moto tutta una serie di eventi che avranno un peso sulla sua vita, ma anche e soprattutto sulla sua emotività.
A leggere la trama di Non ho mai… si ha l'impressione di trovarsi davanti l'ennesimo esempio della teen series tutta incentrata sui drammi sentimentali degli adolescenti. Ma in realtà basta una manciata di minuti dal primo episodio della serie per capire che lo spettro emotivo che Non Ho Mai… vuole dare al suo spettatore è molto più ampio. Già a partire dalla stessa protagonista, che si fa naturalmente centro narrativo per l'esperienza spettatoriale. Devi è una ragazza complessa, che non si chiude in un solo stereotipo ma abbraccia invece la naturale varietà di sentimenti: da una parte è una ragazza timida, che forse rientrerebbe nella catalogazione da "sfigata" come tanto piace dire agli americani, ma al tempo stesso è divertente e ha una grinta e una faccia tosta che le permettono di affrontare i propri difetti come se fossero ostacoli all'interno di una gara che deve vincere per passare al livello successivo. È un personaggio a cui ci sentiamo vicini, ma anche uno che è facile detestare, per colpa di quegli errori che si commettono quando non sai ancora chi sei.
Inoltre Devi ha anche il peso della perdita del padre, un lutto che non si vuol decidere ad affrontare e che grava su ogni silenzio, su ogni sbaglio, su ogni decisione futile che potrebbe spingere chi guarda a scrollare la protagonista, a dirle che non è così che ci si comporta. In questo senso Non Ho mai… è una vera e propria esperienza anche per chi guarda, che si trova facilmente immerso nel mondo diegetico, con la famelica voglia di andare avanti, di tuffarsi in quel binge-watching che Netflix ha reso estremamente facile, anche grazie alla durata degli episodi, che si aggirano intorno alla mezz'ora.
Non mancano, comunque, i risvolti più tipicamente teen: le feste, le gelosie, i triangoli e i segreti. Ma questi cliché fanno tutti parte di un progetto più ampio, di un quadro in continuo mutamento. Il che fa sì che il risultato non dia mai la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di già visto. È invece come spiare attraverso un foro nel muro l'adolescenza in una sua espressione molto naturale e appassionante, che non ha bisogno di grandi invenzioni narrative per essere condivisibile e piacevole. Il tutto unito da una parte ad un'attenzione ottima per i personaggi secondari (dove si affrontano temi sulla sessualità, ma anche l'abbandono e la solitudine delle nuove generazioni), ma anche attraverso un'ironia che non è mai sopra le righe né, al contrario, sciatta e che rappresenta un ponte perfetto per una serie in cui si ride e si piange nell'arco dello stesso episodio. Assolutamente imperdibile.