Necropolis, la città dei morti
Necropolis, la città dei morti

Recensione Necropolis, la città dei morti


'Necropolis - la città dei morti' è un buon horror che, nelle labirintiche catacombe di Parigi, porta lo spettatore in un viaggio teso e claustrofobico. La sceneggiatura superficiale e la protagonista tutt'altro che simpatica, tuttavia, impediscono alla pellicola di fare il salto di qualità.
Voto: 7/10

Nel 2010 il regista quarantenne John Erick Dowdle arrivava al cinema con Devil, film horror prodotto da M. Night Shyamalan incentrato su un gruppo di persone che rimaneva bloccato in ascensore in compagnia del principe delle tenebre, Satana. Il prodotto ricevette un buon consenso dalla parte della critica, anche per la volontà di portare il genere horror in uno spazio ristretto e circoscritto, poco sfruttato al cinema. Questa idea di successo viene, in parte, ripresa anche nel nuovo film del regista, Necropolis, la città dei morti. Perchè se è vero che era già stato fatto un film, Catacombs,  ambientato nell'Ossuaire Municipal di Parigi nel 2007, è anche vero che la qualità del prodotto era così scarso e la storia così fragile che quasi non bisognerebbe tenerne conto. Quindi con Necropolis – ambigua traduzione del titolo originale As above, so below – ci troviamo davanti ad un qualcosa di essenzialmente già visto che però si veste a nuovo.

Scarlett (Perdita Weeks) è una ricercatrice archeologa plurititolata che da anni segue le tracce della mitica pietra filosofale, vera e propria ossessione per suo padre, morto suicida. Quando, dopo un viaggio in Iran, la ragazza trova finalmente la chiave per il codice che indica la posizione della pietra, Scarlett vola a Parigi, dove è tenuta la lastra sulla quale è rappresentata una sorta di mappa da seguire. Per tradurla, però, la ragazza ha bisogno dell'aiuto dell'amico George (Ben Feldman), aggiustatutto per passione con una predisposizione per le lingue morte come l'aramaico. In compagnia del videoperatore Benji, i due riescono a interpretare tutti i codici e scoprono che la pietra è nascosta sotto il suolo di Parigi, in un ampia stanza segreta nascosta tra le labirintiche catacombe. Costruite nel 1786, quando i cimiteri crollavano per i troppi cadaveri, le catacombe hanno una piccola parte aperta al pubblico, ma la maggior parte dei cunicoli e dei corridoi che scendono nei meandri della terra sono strade sconosciute, che solo in pochi conoscono. Ecco perchè Scarlett chiede aiuto alla "guida" Papillon (François Civil) e alla sua banda. Ben presto, però, i ragazzi scopriranno che nelle viscere della terra, tra oscurità e demoni personali, c'è qualcosa di molto più pericoloso che si nasconde e che attende …

A metà strada tra il genere horror e quello ormai usurato del mockumentary – che ha preso piede a fine anni '90 con l'ormai storico caso de The Blair Witch Project – Necropolis si presenta comunque all'occhio dello spettatore come un prodotto compatto, sicuro della sua natura che, non avanzando pretese autoriali e intenti più alti di quelli inerenti lo spavento dello spettatore, riesce a creare un ritmo incalzante, che annulla la possibilità di annoiarsi. L'ambientazione cupa, ma sempre affascinante, delle catacombe di Parigi aiuta nella costruzione di un senso di diffusa claustrofobia, che colpisce anche chi è seduto in poltrona. La tensione è sempre presente e la costruzione del film non permette quasi mai di tirare il fiato: perchè alla paura di smarrirsi dentro un labirinto sotterraneo si annida anche l'adamatica paura del buio, miscelata a quella di strane presenze che si muovono intorno ai vari personaggi, facendo saltare chi è seduto in poltrona.

Detto questo, però, va anche detto che Necropolis ha anche due difetti piuttosto gravi, che abbassano notevolmente le possibilità di piena riuscita della pellicola. La prima – che è quella che salta subito all'occhio – è la scelta di una protagonista assolutamente odiosa, con la quale è assai difficile sviluppare un rapporto positivo ed empatico. Scarlett è, infatti, una persona ossessionata dal bisogno di riscattare il nome del padre e che, per farlo, non si fa scrupoli nello sfruttare l'indole che ha sulle altre persone – in primis George e Benji – obbligandoli a fare cose che non vogliono, andando contro quasi la loro stessa natura. Petulante, ossessionante ed egoista, Scarlett è uno dei motivi principe per cui Necropolis funziona solo a metà. Perchè sia la costruzione narrativa, sia la simmetria del ritmo, servono a poco se lo spettatore è spinto quasi a desiderare la sconfitta della protagonista. Ecco allora che la freccia emotiva, allora, cerca altri bersagli: George e, soprattutto, Papillon diventano gli (anti)eroi della storia, coloro verso i quali lo spettatore può orientare il proprio "tifo". Il secondo problema è, invece, legato alla sceneggiatura. Scritta dal regista stesso con la collaborazione del fratello Drew, la storia di As Above, So Below è stata trascritta con una certa superficialità di fondo che ha il demerito, oltretutto, di far risaltare alcuni dialoghi al limite dell'assurdo.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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