Mr. Turner, la recensione
Con 'Mr. Turner' Mike Leigh dirige un film fatto di luce e ombra, poetico e a tratti irreale, che si fa forte di un prodigioso Timothy Spall che vi conquisterà.
di Erika Pomella / 28.01.2015 Voto: 9/10
Ci sono film che arrivano allo spettatore carichi di un'anima propria, una propria individualità e una personalità capace di trascendere anche quella dell'uomo che ne firma la regia. E' il caso di Mr. Turner, ultima fatica di Mike Leigh, che ripercorre alcuni anni della vita del pittore William Turner, interpretato in modo magistrale da Timothy Spall, vergognosamente tenuto fuori da qualsiasi premio di stagione e invece premiato allo scorso festival di Cannes, dove il film fu presentato.
Mr. Turner segue gli ultimi venticinque anni del pittore inglese: ne spia l'ascesa sempre più repentina al successo, così come la devozione al padre morente; c'è spazio per i difficili rapporti che Turner ebbe con gli altri, specie con le donne, ma c'è anche la sua arte, il suo modo di intenderla e di realizzarla. Mike Leigh dirige un biopic sui generis, che al racconto biografico alterna un estetismo mai manierista, ma molto funzionale al racconto messo in scena. Nonostante l'eccessiva durata della pellicola – si sfiorano le due ore e mezza – lo spettatore avverte appena il passare del tempo, avvolto com'è in pennellate registiche che ricalcano quelle del famoso pittore. Mike Leigh è infatti sempre molto attento alla costruzione dei suoi tableaux vivants, con piani sequenza che rappresentano la perfezione del genere cinematografico. Grazie anche all'aiuto dell'ottima fotografia di Dick Pope, il regista riesce a creare un universo quasi extra-dimensionale, un oblò sospeso tra luce e tenebra, tra successo e dolore, lasciando lo spettatore a vagare su quel confine sottile dove i vari mondi si incontrano.
Turner, che fu appassionato dalle grandi tragedie (incendi, naufragi, tempeste) fu, soprattutto, il pittore della luce, quella brillantezza impalpabile che per lui era sinonimo della manifestazione in qualche modo divina; ecco allora che i suoi occhi smettono di percepire le forme solide e i corpi umani e si perdono invece lungo i confini di paesaggi infuocati dagli ultimi raggi di sole, così come dal modo in cui la luce riesce a filtrare attraverso gli ostacoli che l'umanità le mette di fronte. Allo stesso modo Mike Leigh gioca con la luce, plasmandola a suo piacimento, facendola in qualche modo diventare mezzo di costruzione per una pellicola che invece è piena di ombre, di zone grigie; lo stesso Turner a volte è ripreso in controluce, diventando solo una macchia nera in mezzo ai tentacoli luminosi.
Grazie anche ad una colonna sonora perfettamente studiata per sposarsi con immagini che tendono al sublime – e che lasciano davvero con la bocca aperta! – la visione di Mr Turner diventa una vera e propria esperienza sensoriale, un viaggio inaspettato in un altro mondo, dove a dettare le regole non sono gli uomini, ma piuttosto il modo in cui la luce si riflette su di essi. Ma è senza dubbio che un altro grande protagonista di Mr. Turner è l'attore che ne riprende le fattezze: Timothy Spall offre un'interpretazione prodigiosa, potente, dove corpo e voce vanno di pari passo nella costruzione di un personaggio a volte sgradevole ma ammantato dalla magia che solo i grandi artisti possiedono.