Moebius
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Moebius di Kim Ki-duk, la recensione


Moebius di Kim Ki-duk non è un film per tutti ma non è così scandaloso né così violento; racconta una storia estrema di rabbia, vendetta ma anche d'amore e di sofferenza.
Voto: 9/10

Ad ogni Festival c'è sempre un film che crea scandalo e polemiche, questa volta è toccato al regista del film vincitore dello scorso anno, il coreano Kim Ki-duk. L'autore porta, fuori concorso, al Festival del Cinema di Venezia 2013 il controverso Moebius in versione integrale. Il film in patria uscirà nelle sale censurato perché alcune scene sono ritenute dal governo coreano immorali e lesive della morale comune.

Raccontare la trama del film potrebbe sminuire l'opera stessa perché la vicenda narrata nella pellicola risulta molto più scandalosa a raccontarla che a vederla. Una donna scopre che suo marito la tradisce e per vendicarsi tenta di evirarlo, non riuscendoci evira suo figlio adolescente. Da quel momento la vita del ragazzo è rovinata e il padre per espiare i propri sensi di colpa decide di sottoporre il ragazzo al trapianto dell'organo genitale, donandogli il suo.

Moebius racconta una storia estrema di rabbia, vendetta ma anche d'amore e di sofferenza; come il nastro da cui è tratto il titolo del film, in cui una pallina percorrendolo cambia traiettoria ma torna sempre al punto iniziale, così nel film accadono varie cose, la vita di tutti i suoi protagonisti cambia radicalmente ma i gesti che compiono si ripetono e il film si chiude come era iniziato con la differenza che nessuno è più lo stesso.

Kim Ki-duk ripropone i temi a lui cari, già trattati in altri suoi film compreso il recente Pietà, l'amore materno che spesso sfiora l'incesto, la vendetta cercata a tutti i costi anche attraverso gesti folli ed esagerati, la violenza psichica a volte più dolorosa di quella fisica. È una pellicola estrema nella storia che racconta, è disturbante, riesce a commuovere e coinvolgere senza dire una parola, sì perché il film è girato completamente senza dialoghi, parole che sarebbero state inutili perché le immagini dicono tutto ed è questo che lo fa essere cinema puro: immagini in movimento che parlano da sole. Quando si esce dalla proiezione non ci si rende neanche conto che la pellicola è priva di dialoghi.

È vero che Moebius non è un film per tutti ma la polemica che ha scatenato la ritengo alquanto incomprensibile. Non è una pellicola così scandalosa né così violenta, o almeno non più di tante altre che, chi frequenta abitualmente i Festival, è abituato a vedere. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 9 su 10
MoebiusVenezia 2013
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