Midway
Midway

Midway, un blockbuster fiero di esserlo


Midway è il blockbuster firmato da Roland Emmerich, che rievoca la battaglia delle isole Midway durante la seconda guerra mondiale, dopo il vile attacco a Pearl Harbor
Voto: 8/10

Il 7 Dicembre 1941 il mondo venne sconvolto dall'attacco che le forze aeronavali lanciarono sulla flotta degli Stati Uniti d'America, nella placida baia di Pearl Habor. L'attacco venne considerato un atto e insieme una dichiarazione di guerra da parte dei giapponesi, che segno l'entrata degli Stati Uniti d'America nel secondo conflitto mondiale, dove si erano mantenuti neutrali fino a quel momento. Su questa tragica e violenta pagina di storia era già stato tratto un film, Pearl Harbor, appunto, con Josh Hartnett e Ben Affleck.

Ora Pearl Harbor diventa il cuore ferito, ma anche il motore di avvio di Midway, film che porta la firma di Roland Emmerich e che, nel raccontare la battaglia che segnò la direzione della seconda guerra mondiale, si fa forte di un cast eccezionale, che include l'Ed Skrein visto recentemente in Maleficent – Signora del Male, Patrick Wilson, Luke Evans, Woody Harrelson, Nick Jonas e Darren Criss.

Dick Best (Ed Skrein) è un pilota eccezionale, che riesce a governare l'aereo che guida con uno sprezzo del pericolo che lo rende una mina pronta ad esplodere, ma anche il tipo di pilota che si desidera avere in formazione durante un qualsiasi raid. Quando, durante il vile attacco a Pearl Harbor, l'uomo perde il suo migliore amico (l'Alexander Ludwig di Vikings) il suo desiderio di vendetta si acuizza. Intanto Chester Nimitz (Woody Harrelson) viene scelto per essere a capo della marina statunitense, sotto i consigli di Edwin Layton (Patrick Wilson), che era rimasto inascoltato prima di Pearl Harbor e che ha paura di non venir ascoltato una seconda volta. Il conflitto tra Usa e Giappone si inasprirà sempre di più, mettendo in campo giovani piloti come Bruno Haido (Nick Jonas) e Eugene Lindsey (Darren Criss), ma anche militari esperti come Wade McClusky (Luke Evans) e Jimmy Doolittle (Aaron Eckhart), arrivando così alla battaglia delle isole Midway, avvenuta nel Giugno del 1942.

Midway è un film che, inserito nel suo genere di appartenenza, riesce a raccontare una storia che ha i toni dell'epicità, senza però il facile ricorso ad una retorica che avrebbe potuto infastidire lo spettatore. In questo caso, invece, colui che si trova seduto in poltrona si troverà catapultato in un intrattimento perfettamente reso che non si nasconde dietro alte pretese se non quelle di far passare i 130 minuti e più di durata, coinvolgendo il pubblico e mettendolo di fronte a personaggi che riempiono lo schermo. Alcuni di loro non sono altro che volti a riempiere il fondo dello schermo, quell'umanità che rimane quasi una nota a margine davanti agli orrori della guerra.

E non era facile realizzare un film che riuscisse a destreggiarsi facilmente tra il bisogno di essere un blockbuster in grado di intrattenere il pubblico e di spingerlo a provare empatia e, allo stesso tempo, dare l'idea di una battaglia che è stata combattuta da sole forze aeree, senza lo scontro corpo a corpo e l'incedere furioso del sangue sullo schermo. Roland Emmerich, con Midway, riesce però nel suo intento: realizza un blockbuster che è fiero di esserlo e che non ha bisogno di nascondersi dietro più (alte) sfumature e, allo stesso tempo, prende per mano lo spettatore e lo spinge a provare uno spettro ampio di emozioni.

Un plauso va fatto al lavoro istrionico offerto dal (più) protagonista Ed Skrein, sulle cui spalle si basa tutta l'empatia del pubblico. Con lo sguardo febbrile che siamo abituati a vedere negli occhi tenebrosi del Thomas Shelby del Cillian Murphy di Peaky Blinders, Dick Best è un uomo con una doppia anima: da una parte l'anelito verso il cielo e il volo, il suo arridere in faccia alla morte, come se non la temessa. Dall'altra c'è un uomo cupo, spaventato, che sente il peso di persone che si affidano a lui, che lo guardano come una guida o un modello da seguire. È indubbio che è su Dick Best che investirete tutti i vostri sentimenti, così come la tensione che accompagnerà la visione di un film di quasi due ore e venti e che pure scorre via come se durasse la metà.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
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