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Mary e il Fiore della Strega, la recensione

'Mary e il fiore della strega' è un piccolo gioiello di sogni ad occhi aperti, che non mancherà di toccare le corde più intime degli spettatori, a prescindere dalla loro fascia d'età.

Arriverà nelle sale il prossimo 14 Giugno, per una sola settimana di programmazione, Mary e Il fiore della strega, nuova pellicola d'animazione di Hirosama Yonebayashi, regista e animatore che può vantare alle spalle un lavoro ventennale allo Studio Ghibli e la paternità di piccoli gioielli animati come Arietty e lo struggente Quando c'era Marnie. Dal 2015, tuttavia, il regista ha abbandonato lo studio di provenienza, insieme ad altri colleghi cresciuti nello studio Ghibli, fondando la casa di produzione dello Studio Ponoc.

Tratto dal romanzo di Mary Stewart, Mary e il fiore della Strega racconta la storia di Mary Smith, una ragazza dai capelli fulvi e un'incredibile voglia di avventure che, a seguito di un trasferimento nella casa della prozia Charlotte, si imbatte incidentalmente in un fiore bellissimo quanto raro, il Volo Notturno. Mary non sa ancora che quel semplice germoglio azzurro racchiude in sé un grande potere; né ha alcuna idea che, proprio grazie ad esso, potrà volare oltre le nuvole, fino alla MagiUniversità, un college per streghe e maghi. Tra gatti innamorati, voli di scopa e incredibili invenzioni, Mary si troverà a dover fronteggiare l'ambizione di due maghi che vogliono usare il potere del fiore per dare vita ad una creatura leggendaria, in grado di maneggiare qualsiasi tipo di magia.

Come nella migliore tradizione dell'animazione nipponica a cui lo Studio Ghibli ci ha abituato, Mary e il fiore della strega è un prodotto cinematografico che fa dell'impianto visivo il suo punto di forza. Lo spettatore si trova davanti a dei veri e propri quadri in movimento, pieni di pennellate di colore in grado di restituire non solo un senso di tridimensionalità verosimile, ma anche una sorta di nostalgia sotterranea, un alito malinconico che potrebbe accompagnare il ricordo di un aneddoto di giovinezza o di un sogno. I colori accesi e il tratto dolce e poetico dell'animazione fanno da corollario ad una storia che, come sempre, mette al proprio centro l'importanza dell'amicizia e della lealtà, in un mondo che si vuol proteggere nella sua verginità. Yonebayashi contrappone la forza della magia alla magnificienza di un'esistenza in cui l'unica magia è il mantenere le proprie promesse e difendere le persone che si hanno a cuore. Con moltissimi rimandi allle produzioni – soprattutto a Il castello errante di Howl – Mary e il fiore della strega è un piccolo gioiello di sogni ad occhi aperti, che non mancherà di toccare le corde più intime degli spettatori, a prescindere dalla loro fascia d'età.

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