Magic Mike - The Last Dance
Magic Mike - The Last Dance

Magic Mike – The Last Dance, recensione del capitolo finale della saga


Al cinema arriva 'Magic Mike - The Last Dance', capitolo conclusivo della saga con Channing Tatum, in un film che funziona solo a metà
Voto: 6/10

Quando, nel 2012, Magic Mike arrivò al cinema nessuno pensava che avrebbe potuto avere tanto successo, diventare una sorta di (facile) manifesto sull'uso libero del corpo e del desiderio, né che sarebbe diventato il primo capitolo di una trilogia che si conclude con Magic Mike – The Last Dance, nuova pellicola che arriva al cinema il 9 febbraio e che vede il ritorno alla regia di Steven Soderbergh. Se il primo capitolo di questa trilogia fisica si concentrava quasi sulla costruzione di un alter-ego cinematografico di Channing Tatum, ex spogliarellista e ballerino, mostrando anche il disincanto dietro un successo che passa solo attraverso l'estetica, il secondo capitolo Magic Mike XXL sembrava voler cavalcare di più il lato ironico della vicenda, concentrandosi poi sull'idea di uno spogliarellista in cerca di amore e affermazione. Magic Mike – The Last Dance abbandona o comunque sottostima questi due elementi e porta sul grande schermo una sorta di Viale del Tramondo.

In questo senso si può dire che Magic Mike – The Last Dance è un film pandemico, che prende cioè il via proprio dalle conseguenze di una pandemia che ha influenzato il nostro modo di guardare al mondo e all'intrattenimento. In effetti, all'inizio del film il protagonista Mike (Channing Tatum) si trova alle prese con il fallimento della sua azienda proprio a causa del coronavirus e sembra essere tornato al punto di partenza: lavora a chiamata e si trova di punto in bianco a fare da barman a una raccolta fondi di una ricca donna appena separata (Salma Hayek). Grazie a un incontro che arriva direttamente dal passato, Mike si trova a ballare per la proprietaria di casa, giocando con lei sul doppio senso di happy ending, finendo col trovare un lavoro. La donna, Maxandra, decide di portare Mike a Londra, dove lo rende il regista di uno spettacolo che deve rivoluzionare il teatro inglese.

Ci sono tantissimi elementi a comporre la trama e lo sviluppo di Magic Mike – The Last Dance. Dapprima c'è la dicotomia alquanto palese tra persone ricche ma prive di cuore e di un vero calore umano e "persone comuni" che invece riescono a godersi anche le più piccole cose, senza nascondersi dietro modi affettati o maschere di quieto vivere sociale. Questa dicotomia si specchia nella scelta dei due protagonisti, che in questo senso rappresentano quasi degli outsider. Lei, ricca per matrimonio, ma con il cuore pieno di passione che vuole affermare se stessa attraverso una forma d'arte rivoluzionaria. Lui, coi suoi debiti e il suo fallimento, che in realtà non vuole poi così tanto il denaro, ma trovare finalmente il proprio posto nel mondo. La storia d'amore è pressoché marginale in questo film, sebbene punti a rappresentarne il nucleo. Soderbergh non si lascia prendere la mano e non si improvvisa regista di una commedia romantica: la sua macchina da presa insiste sul corpo dei suoi protagonisti, trasformandoli quasi in un manifesto politico, decidendo di incentrare il film sul mondo femminile e la messa in scena del suo desiderio. Una scelta che, tuttavia, se si volesse analizzare da un punto di vista più sociale e culturale rimarrebbe comunque traboccante di un male gazing così palese da risultare quasi ingombrante. Ma il cinema non sempre ha bisogno di essere indagato sotto la lente di ingrandimento e non sempre vuole dare istruzioni su come vivere il proprio tempo storico. Magic Mike – The Last Dance sembra avere qualche pretesa più "politica" e l'errore maggiore che si possa fare è approcciarsi al film come se fosse un lungometraggio d'autore con una chiamata alle armi al suo interno. In questo caso, il film ne uscirebbe distrutto. Al contrario, se ci si avvicina al film con l'idea di divertirsi, di ridere di questo personaggio femminile pieno di contraddizioni e di questo spogliarellista che si dimena su un palco pieno d'acqua, allora Magic Mike – The Last Dance è un film che si può considerare riuscito, perché intrattiene e strappa più di una risata. Non certo una pellicola memorabile, che pecca anche di un finale insulso, che tradisce il climax che lo spettatore si aspetta, ma comunque una prova di buon intrattenimento, con un'ottima colonna sonora. 

Valutazione di Erika Pomella: 6 su 10
Magic Mike – The Last Dance
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