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Maestro, recensione del film di e con Bradley Cooper | Venezia 80

Il film Maestro rappresenta un ulteriore passo verso la scalata al successo di Bradley Cooper come regista, tanto da meritarsi questa volta la presenza in concorso alla 80a Mostra del Cinema di Venezia.

Maestro, la nuova pellicola da regista dell’attore statunitense Bradley Cooper, viene presentata in concorso all’ottantesima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, tra i produttori vanta nomi del calibro di Steven Spielberg e Martin Scorsese ed uscirà sulla piattaforma di Netflix il 20 dicembre, dopo una breve e mirata uscita nelle sale statunitensi. Alla sua seconda esperienza da regista, dopo il grande successo di A Star Is Born anch’esso presentato fuori concorso in anteprima alla Mostra nel 2018, Bradley Cooper interpreta questa volta un volto molto noto e amato, quello del compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein, considerato tra i più grandi direttori al mondo e compositori di tantissime opere, tra cui spicca il celebre musical teatrale West Side Story.

 

Il film si incentra prevalentemente sul rapporto con la moglie, l’attrice Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan. Bernstein era omosessuale e non l’ha mai tenuto nascosto alla moglie, la quale ne era consapevole fin dalla loro conoscenza, durante una festa. Leonard ha sentito fin da subito un forte legame con Felicia, fin dal loro primo incontro, un’affinità artistica e mentale che lo ha portato a decidere di sposarla e di creare una famiglia con lei, nonostante la sua personalità e genialità non gli permettevano di smettere di amare gli essere umani e di circondarsi continuamente di persone, con le quali instaurava legami stretti. Nessuno però riusciva a dargli quello che la sua amata moglie Felicia gli dava, ovvero comprensione.

La musica in Maestro è tutto

La musica in Maestro è tutto, ed è una presenza costante, spesso come protagonista, altre volte solo come accompagnamento, ma è senza dubbio l’utilizzo che ne viene fatto una delle cose migliori del film. Bradley Cooper torna dietro la macchina da presa raccontando nuovamente di musica, questa volta lo fa interpretando un personaggio realmente esistito ma che ha in comune con Jackson Maine, il protagonista di A Star Is Born, il grande talento e l’amore viscerale per la musica. Anche in questo caso l’attore e regista ci mette l’anima nel calarsi nel personaggio, tanto da assumerne le sembianze, i gesti e il tono della voce, regalando così allo spettatore un’altra sua grande interpretazione, molto fisica e sentita. Non da meno è la bravissima Carey Mulligan, in un ruolo sicuramente meno viscerale ma altrettanto difficile, in quanto spesso oscurata dall’esuberanza e dall’intraprendenza di marito, ma l’attrice riesce nel difficile compito di accompagnare la performance di Cooper, spiccando con la classe e l’eleganza che la caratterizzano.

Il film Maestro rappresenta un ulteriore passo verso la scalata al successo di Bradley Cooper come regista, tanto da meritarsi questa volta la presenza in concorso alla Mostra. Una regia più consapevole e matura che lo conferma come uno dei registi più promettenti degli ultimi anni. Accompagnata da una sceneggiatura solida e da una messa in scena efficace, oltre al grande plauso per i costumi e il trucco, che ha trasformato molto l’aspetto dell’attore per avvicinarlo il più possibile a quello del compositore. Sciopero degli attori e sceneggiatori a Hollywood permettendo, non ci sono dubbi sul fatto che Maestro, in molte delle categorie principali e non, sarà tra i film protagonisti dei prossimi premi Oscar.

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