Made in Italy Liam Neeson
Made in Italy Liam Neeson

Made in Italy, recensione del film con Liam Neeson


La vera coppia padre-figlio composta da Liam Neeson e Michaèl Richardson insieme per una commedia malinconica ambientata in larga parte fra le colline della Toscana.
Voto: 5/10

Da sempre il Belpaese, con il suo patrimonio ricco di storia, arte, cultura, natura e anche cucina, si presta perfettamente a fare da scenario, romantico e pittoresco, ad avventure di personaggi spesso e volentieri intenti a ritrovare la gioia di vivere perduta. 

Ultimo esempio, in ordine di tempo, è Made in Italy, la storia di Jack Foster (Micheàl Richardson), un ragazzo che è in un momento di crisi sia personale che professionale, sta divorziando dalla moglie, ha urgente bisogno di una grossa somma di denaro ed è quindi costretto, insieme al padre Robert (Liam Neeson), pittore di una certa fama ma ormai lontano dalla ribalta, a recarsi in Toscana, per vendere una vecchia casa di famiglia dove nessuno mette piede da anni. Arrivati sul posto trovano la casa, prevedibilmente, in stato di totale abbandono, e cominciano a impegnarsi per rimetterla in sesto e trovare un acquirente: il soggiorno italiano diventa così, per i due uomini, un'occasione per confrontarsi finalmente con i fantasmi del loro passato e riavvicinarsi, con l'aiuto anche di alcuni abitanti del luogo, come Natalia (Valeria Bilello), proprietaria di un ristorante.

Il film è il debutto alla regia dell'attore James D'Arcy (Homeland, Agent Carter), che lo aveva inizialmente scritto con l'idea di esserne anche l'interprete, per poi rinunciare per sopraggiunti limiti di età; si trova così proprio nel casting uno dei principali motivi di interesse del film, che offre nuovamente l'occasione di recitare insieme, dopo Un uomo tranquillo, a Liam Neeson e Micheàl Richardson, padre e figlio anche nella realtà, in una storia sull'elaborazione del lutto dai dolorosi paralleli con le loro vicende personali (la tragica scomparsa dell'attrice Natasha Richardson, moglie di Liam e mamma di Micheàl, che infatti ne ha preso il cognome come tributo).  

Peccato però che la trama, per il resto, contenga poco altro se non una serie di situazioni stereotipate e largamente prevedibili dal punto di vista narrativo, mentre l'ambientazione italiana (per la precisione in Val d'Orcia) si manifesta in paesaggi da cartolina, giri in vespa, musica d'opera nella colonna sonora, proiezioni di vecchi film in bianco e nero, primi piatti prelibati.

Made in Italy è quindi una commedia agrodolce che non racconta nulla di nuovo ma offre una vacanza alla mente e agli occhi fra le colline della Toscana, e punta sulla sintonia e il fascino di uno stropicciato Liam Neeson lontano dai tanti ruoli d'azione che lo hanno visto protagonista di recente, e il figlio Micheàl Richardson, elegantemente malinconico, mentre per Valeria Bilello si tratta di un altro tassello verso una carriera internazionale dopo la serie Sense8.

Valutazione di Matilde Capozio: 5 su 10
Made in Italy (di James D’Arcy)
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