Recensione Mad Max: Fury Road
Mad Max: Fury Road è cinema elevato all'ennesima potenza. Ha una forza visiva e narrativa impressionante, tutto gira alla perfezione e Miller è un direttore d'orchestra eccezionale. Da vedere assolutamente.
di Giorgia Tropiano / 15.05.2015 Voto: 9/10
Presentato fuori concorso alla 68esima edizione del Festival di Cannes, Mad Max: Fury Road è il nuovo film di George Miller, che riporta di vita il personaggio di Max Rockatansky, dopo quasi quarant'anni, quando un giovanissimo e sconosciuto Mel Gibson irrompe sullo schermo e rende leggendario un film. Per il suo reboot Miller sceglie un attore ben conosciuto questa volta, quel Tom Hardy che già di per sé è un'icona. Ad accompagnarlo in questa avventura la magnifica Charlize Theron.
Mad Max (Tom Hardy) è un uomo ossessionato dal suo passato che crede sia meglio muoversi da solo e non affezionarsi alle persone. Il destino vuole però farlo imbattere nella fuga dell'Imperatrice Furiosa (Charlize Theron), la quale scappa con la speranza di ritrovare le sue origini. La loro alleanza si rivelerà presto fondamentale sia per la propria incolumità che per riuscire a sconfiggere i propri demoni interiori.
I reboot spesso non sono ben visti e quasi sempre a ragione, la maggior parte delle volte la motivazione è che raramente riescono a dare qualcosa in più rispetto alla versione precedente, soprattutto se quest'ultima è stata un successo. È chiaro che il marketing e lo sfruttamento di un brand fino all'osso porta a questo e altro, oramai ci siamo abituati. Ecco che poi arriva all'improvviso la sorpresa, quello che non ti aspetti, il reboot che tutti aspettavano, che ti lascia a bocca aperta e ti fa ancora credere nella forza del cinema. Mad Max: Fury Road è il reboot più necessario di sempre per vari motivi. Lo è innanzitutto perché, alla fine degli anni Settanta, quando il personaggio di Max Rockatansky diventa un vero e proprio idolo cinematografico, era un'altra epoca. Ora il mondo è diverso, le tecnologie sono avanzate a livelli inimmaginabili per l'epoca e il cinema è completamente cambiato. Succede quindi che quel film che anni fa era diventato un vero e proprio cult, un fenomeno di massa, visto con gli occhi di oggi fa un effetto totalmente differente. Così ecco che Miller (solo ed esclusivamente lui poteva farlo) ci propone la versione moderna del suo capolavoro per un pubblico diverso da quello di allora.
Post visione Mad Max: Fury Road è anche necessario perché è un film che mostra perfettamente una delle caratteristiche fondamentali del cinema, ovvero il fatto che è potenza visiva alla stato puro. Questa nuova versione è un road movie sporco e adrenalinico, tiene incollati alla sedia senza un attimo di respiro, è azione continua e incessante ma nel mezzo c'è tutto quello che serve per innalzare il film a grande spettacolo che va al di là dall'essere un semplice blockbuster. È un'opera d'autore in tutto e per tutto. Miller fa un lavoro incredibile su tutta la linea e gira un western post- moderno in cui non ci si muove più a cavallo ma con grandi mezzi a quattro ruote. Il direttore della fotografia, il premio oscar John Seale, crea una delle più belle fotografie di sempre: calda, quasi bruciante, per tutto il film, fredda, quasi glaciale, nelle scene notturne; la potenza visiva del film è anche merito suo. Le musiche, le scenografie, il trucco, i costumi, il montaggio dal ritmo incessante, tutto contribuisce alla riuscita della pellicola in modo impressionante. Miller è un direttore d'orchestra eccezionale nel riuscire a far cooperare perfettamente tutte queste componenti, riservando così un'importanza speciale ad ogni fattore, come sempre dovrebbe essere.
Il cinema è sì immagine e visione ma è anche storia e personaggi. Miller introduce nuovi protagonisti nell'universo di Mad Max già pronti a diventare iconici; crea figure femminili forti, determinate, vere combattenti. Gran merito per ciò è anche degli attori, tutti perfetti per il ruolo. Tom Hardy, non ci stancheremo mai di dirlo, è come sempre una garanzia e non c'è modo migliore per descriverlo in questo ruolo se non con le parole stesse del suo regista. Miller dice: "È facile essere cauti quando si fa l'attore, ma ce se sono alcuni che sono guerrieri in fondo al cuore, come Tom. Lui è impavido. Aspettavo che arrivasse qualcuno come Tom e sapevo che avrei trovato in lui l'amina di Max". Il personaggio di Charlize Theron, l'Imperatrice Furiosa, è incredibile e l'attrice la rende iconica, indimenticabile.
Dopo questo aperto elogio al film la domanda d'obbligo che sorge spontanea dopo la visione è: perché Miller non fa film più spesso? Abbiamo bisogno di geni folli e visionari come lui nel cinema.