Lupin – Parte 3, recensione della serie con Omar Sy
Abbiamo visto in anteprima la serie 'Lupin - Parte 3', ecco la nostra recensione della serie con Omar Sy
di Erika Pomella / 05.10.2023 Voto: 7/10
Quando diventi il ladro più famoso e ricercato di tutta Parigi, c’è un prezzo che bisogna pagare. E lo sa benissimo Assane Diop (Omar Sy) che, alla fine della seconda stagione di Lupin è stato costretto ad abbandonare il capoluogo francese perché le sue scorribande e il suo desiderio di vendetta aveva finito col mettere in pericolo la vita di sua moglie e di suo figlio. È così che si apre Lupin – Parte 3, la terza stagione di casa Netflix che fa oggi il suo debutto sul gigante dello streaming on demand. Assane è in esilio, clandestino per sua stessa scelta, costretto a nascondersi nell’attesa che le acque intorno a lui si calmino. Ma quando si rende conto che i media e la polizia non lasciano in pace la sua famiglia e che la lontananza non è servita a nulla, Assane decide di tornare a Parigi e di riprovare a prendere in mano la sua vita. Il ritorno nella capitale, però, si apre immediatamente con un colpo davvero molto ambizioso, che porta Assane ad affrontare anche lo spettro di un vecchio fallimento. Le cose, però, prendono una piega inaspettata e Assane si troverà ad affrontare fantasmi che sono profondamente radicati nel suo passato. Fantasmi che pensava di essersi lasciato alle spalle e che invece hanno sempre continuato a camminare al suo fianco, come una minaccia e un promemoria.
Lupin – Parte 3, una storia tutta nuova
Le prime due stagioni di Lupin avevano seguito una storia più o meno lineare, tenuta insieme dai collegamenti tra i personaggi e il passato e che, soprattutto, era nutrita dal desiderio di Assane di vendicare le ingiustizie subite dal padre per mano di persone ricche che, di fatto, lo avevano privato della possibilità di crescere al fianco di una persona che lo amava. Per la terza stagione, dunque, era importante trovare un modo per far avanzare la storia senza correre il rischio di rimanere impantanati in una struttura che non facesse altro che riproporre uno schema consolidato ma che rischiava di annoiare perché non proponeva niente di nuovo. E Lupin – Parte 3 è riuscito in questo compito.
Il nuovo arco di episodi si apre con il botto, e porta Assane al centro di un colpo che non sembra ispirarsi solo all’Arsenio Lupin nato dalla penna dello scrittore Leblanc, ma anche ai colpi ingegnosi e scaltri che si vedono nell’anime Occhi di Gatto o agli heist movie più famosi, compreso, ad esempio, Ocean’s Eleven. Ma in questo nuovo colpo non si nasconde altro che il mcguffin di hitchcockiana memoria: mentre l’attenzione dello spettatore è tutta focalizzata proprio sul colpo e su come Assane riuscirà a portare a termine qualcosa di apparentemente impossibile, ecco che arriva il colpo di scena inaspettato, la svolta improvvisa, che cambia e rimescola le carte in gioco. Da questo punto di vista si può dunque asserire senza troppa paura di sbagliare, che Lupin – Parte 3 è una serie che funziona soprattutto per due ragioni. La prima, appunto, è stata la capacità di cambiare e di evolversi senza però snaturarsi, senza modificare il nucleo centrale della propria narrativa. La seconda, invece, riguarda la consapevolezza del ritmo e della tensione necessarie per catturare l’interesse di un pubblico con la soglia dell’attenzione sempre più bassa e labile. E già solo con il primo episodio la serie riesce ad ottenere questo risultando, destando con eleganza la curiosità del pubblico, che si trova a divorare gli episodi con una fame sempre maggiore. Sebbene alcune svolte siano facilmente prevedibili anche con un certo scarto d’anticipo, Lupin – Parte 3 rimane davvero un buon prodotto d’intrattenimento, che fa il suo lavoro senza nascondersi dietro chissà quale velleità artistica, giocando molto anche sul discorso meta-linguistico tra personaggio della serie e personaggio del libro.
Lupin – Parte 3, dunque, non delude le aspettative, e ci trasporta in un mondo di intrighi e di inganni, di fantasmi del passato e personaggi alla ricerca della propria affermazione. Come sempre, Omar Sy è assolutamente irresistibile nei panni di questo ladro gentiluomo dal sorriso brillante e la sicurezza di chi è dovuto crescere praticamente da solo, costruendosi da sé la propria personalità.