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Love 101, recensione della serie turca approdata su Netflix

'Love 101' è una serie turca ambientata in un liceo dove un gruppo di 'peggiori' cerca di convincere la propria insegnante a non partire, per continuare a proteggerli.

A leggere la trama di Love 101, serie turca arrivata su Netflix lo scorso 28 Aprile, si potrebbe avere l'impressione di essere davanti all'ennesimo e semplice teen drama, incentrato su dei ragazzi all'interno delle mura di una scuola. Perché, ad un primo sguardo, è così che la serie viene presentata. Ci troviamo in un liceo più o meno rinomato, dove a farla da padrone sono quattro studenti che riescono sempre a cavarsela nonostante il loro atteggiamento vada spesso non solo contro le regole della scuola, ma anche contro quelle del buon senso. C'è Osman (Selahattin Pasali) che si inventa mille modi per fare dei soldi, dalle scommesse alla vendita dei compiti in classe. C'è Kerem (Kubilay Aka), un ragazzo violento e aggressivo, famoso per i suoi scatti d'ira. Poi c'è Sinan (Mert Yazicioglu), un adolescente che sembra essere affetto dall'ennui raccontata dai poeti francesi. E infine c'è la bella Eda (Alina Boz), che mangia poco e beve tanto. Il preside della scuola vorrebbe espellerli, ma per far sì che la sua richiesta venga esaudita c'è bisogno dell'unanimità del collegio docenti. Ogni volta, però, i quattro vengono protetti dal buon cuore di una delle loro insegnanti, la Burcu (Pinar Deniz). Così, quando gli studenti scoprono che la docente sta per lasciare la scuola per trasferirsi altrove, capiscono di doversi inventare qualcosa per non correre il rischio di essere cacciati subito dopo la sua partenza. Per questo chiedono l'aiuto della loro compagna di classe Isik (Ipek Filiz Yazici), una "secchiona" che crede nell'amore: perché l'obiettivo è far innamorare l'insegnante del nuovo allenatore Kemal (Kaan Urgancioglu).

Come dicevamo solo poche righe più su, a leggere semplicemente questa trama si potrebbe commettere l'errore di sottovalutare la serie turca, di prenderla alla stregua di una versione europea di qualche teen drama d'oltreoceano. Ma in realtà, nonostante i soli otto episodi che la compongono, Love 101 si premura di offrire al proprio spettatore una visione molto ampia dell'adolescenza. 

Ambientata nel 1998 – per un motivo che vedremo tra poco – la serie racconta il potenziale dell'adolescenza. Non tanto (o comunque non solo) i giorni burrascosi che caratterizzano il passaggio dalla giovinezza alla  vita adulta, ma anche quel sentore sotterraneo di eroismo che provano tutti gli adolescenti, in diverse misure. Quella sensazione di essere supereroi in fieri, di essere fermi a danzare sull'orlo di una trasformazione. Non la tempesta ormonale, non i dubbi su se stessi o le paure del futuro. Elementi, questi, che sono presenti nella serie, ma che in Love 101 prendono la forma di un potenziale. I protagonisti hanno sogni, nascosti nel loro cinismo, e quei sogni appaiono a portata di mano, appaiono l'obiettivo verso cui tendere nel periodo dell'adolescenza.

Altro elemento che funziona moltissimo in Love 101 è la doppia linea temporale. La serie, infatti, inizia nel 2018, con una donna che entra in una casa che cade a pezzi e che, più avanti nel corso dell'episodio, si scoprirà essere uno dei luoghi più importanti della serie. E in questa seconda linea temporale lo spettatore viene accompagnato in un viaggio che non ha punti di riferimento, ma solo domande. Che cosa è successo? Come sono cambiate le vite dei protagonisti? Le promesse dell'adolescenza sono state rispettate o si è trattato dell'ennesimo tradimento della vita? Tutte domande, queste, che non approfondiamo per non correre il rischio di farvi spoiler e che hanno il merito di accendere la curiosità di chi guarda come la proverbiale miccia pronta a esplodere.

Il ritmo di Love 101 è un altro punto che va a favore della serie, che si lascia guardare con delizia e che è immersa nell'atmosfera del contesto geografico, dando quasi una sensazione di esoticità. Le storie dei protagonisti, pur dovendo sottostare a una certa velocità in alcuni punti, rapiscono ben presto lo spettatore, in un racconto che da una parte sembra richiamare le vibrazioni del manga Hanayori Dango e dall'altro guarda a serie come Dawson's Creek, sebbene decisamente più breve. E a fare da corollario a tutto questo c'è l'umanità di tutti i personaggi: la consapevolezza di avere dei sogni, la paura di lasciarsi andare all'amore, la sensazione di non essere abbastanza per la persona che si è scelti. E poi, ancora, l'aggressività, l'imbroglio, persino il ruolo della donna all'interno del nucleo famigliare. Sono tutti elementi, questi, che concorrono alla formazione di un impianto diegetico che, pur con qualche difetto, non mancherà di irretire i cuori degli spettatori.

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