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Locke di Steven Knigh, la recensione

Tom Hardy è il protagonista di Locke di Steven Knight. Una storia appassionante con suspance e tensione nonostante non accada nulla. Hardy in questa pellicola da' il meglio di sè, usando solo il viso e la voce.

Tom Hardy presenta fuori concorso alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia il nuovo film in cui è protagonista assoluto, Locke, scritto e diretto da Steven Knight, famoso soprattutto come sceneggiatore (La promessa dell'assassino).

La pellicola, in cui il tempo del racconto coincide con la durata del film, racconta un'ora e mezza di un uomo, Ivan Locke (Tom Hardy), supervisore di un cantiere edile, durante la quale l'intera vita viene stravolta dalla decisione presa dall'uomo di non presentarsi l'indomani ad un importantissimo appuntamento di lavoro perchè la donna con cui ha avuto un'avventura di una notte sta per partorire suo figlio. L'uomo, mentre è in macchina per raggiungere l'ospedale, deve affrontare l'ira del datore di lavoro ma soprattutto quella di sua moglie ignara fino a quel momento di quello che sta per accadere.

Locke si riallaccia alla precedente esperienza del buon Buried di girare un'intera pellicola con un unico protagonista che interagisce con il mondo esterno unicamente attraverso un telefono e ambientando il film tutto completamente all'interno di un luogo chiuso. Anche questo esperimento è pienamente riuscito, molto più del precedente.

Il regista scrive una storia appassionante e riesce a creare suspance e tensione nonostante non succeda nulla, non c'è azione, ci sono solo un'ora e mezza di telefonate e la stupenda presenza scenica di Tom Hardy, sì perchè il film è ottimamente girato, ben scritto, c'è una bella fotografia notturna che ricorda le scene notturne di Drive, una colonna sonora che riesce ad accompagnare perfettamente la narrazione, ma tutto ciò non sarebbe nulla senza il suo protagonista. Mai come in un film del genere la scelta dell'attore e la sua interpretazione sono fondamentali per la riuscita dell'opera e forse nel panorama cinematografico odierno pochi attori sarebbero in grado di reggere un ruolo di questo tipo, dove tutta la responsabilità è unicamente concentrata su di te per riuscire a tenere alta l'attenzione dello spettatore che non può distrarsi su altre cose. Uno di questi è Tom Hardy. Ha un viso che buca lo schermo e riesce a trasmettere ogni stato d'animo, ogni minima variazione di sentimento solo con le espressioni del volto. E' veramente un attore straordinario soprattutto perchè siamo generalmente abituati a vederlo recitare con il corpo grazie alla sua importante presenza fisica e scenica, in film spesso violenti. Questa volta è costretto a recitare chiuso in una macchina, solo, senza interagire fisicamente con nessuno e utilizzando solo il viso e la voce.

Per questi e per tanti altri motivi il film Locke è assolutamente consigliato.

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