Le voci sole, il film con Giovanni Storti che racconta la pandemia e i social
Le voci sole, il film con Giovanni Storti che racconta la pandemia e i social

Le voci sole, il film con Giovanni Storti che racconta la pandemia e i social


Ambientato in un orribile anno dominato da un terribile virus che tutti conosciamo, 'Le voci sole' è un film che racconta il vuoto di una separazione e l'illusione dei social, con Giovanni Storti di Aldo Giovanni e Giacomo in un inedito ruolo drammatico
Voto: 7/10

Arriva oggi al cinema Le voci sole, il film di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi che racconta una versione anonima, quotidiana di persone comuni in uno scenario che è quello della pandemia, di quel terribile 2020 in cui la vita si è fermata e ha costretto molte persone a reinventarsi. Le voci sole racconta la storia di Giovanni (il Giovanni Storti del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo), un uomo che è stato costretto a espatriare in Polonia per lavorare in fabbrica e poter così mantenere la famiglia, dopo che il "virus" ha cambiato la vita di tutti. In un appartamento spoglio, cupo, che rimanda solo sfumature grigiastre di una vita vuota di qualsiasi emozione, Giovanni videochiama ogni giorno la moglie Rita (Alessandra Faiella) per potere avere almeno l'illusione della vicinanza e della famiglia. Rita e Giovanni parlano al telefono, bisticciano mentre lei gli insegna a cucinare. Un giorno il figlio della coppia (Davide Calgaro) decide di mettere online il video di una di queste videochiamate e, incredibilmente, il video diventa virale. Giovanni e Rita, che sui social sarebbero chiamati boomer, diventano influencer: piovono collaborazioni, visualizzazioni e interviste. Ma la fama è, da sempre, una creatura capricciosa quanto la fortuna e ben presto la coppia scoprirà anche il rovescio oscuro di quella medaglia.

Le voci sole è un film claustrofobico, che si dipana soprattutto all'interno di due case, con un impianto quasi teatrale. Da una parte, con la macchina fissa, c'è l'appartamento triste e solitario di Giovanni, quattro mura che sembrano chiudersi sempre di più sulle spalle di quest'uomo inseguito dalla solitudine, costretto a essere sempre più solo a ogni giorno che passa. Lontano dalla famiglia, lontano dalla sua quotidianità, persino lontano dai colleghi in una fabbrica che da possibilità economica si trasforma in una gabbia che deumanizza i propri dipendenti, privandoli anche della loro dignità. Dall'altra parte, invece, c'è l'appartamento di Rita, che è luminoso, a tratti allegro, con un senso di calore che si rispecchia anche con il movimento della macchina da presa in mano ai due registi, che con pochi gesti riescono a contrapporre due realtà uguali ma contrarie. Due diversi tipi di affrontare la solitudine, il fallimento, l'abbandono.

Ma Le voci sole è anche una pellicola che riflette sull'illusione della fama e sul (falso) mondo dorato dei social. Giovanni è un uomo che fa un lavoro che, per sua natura, è all'opposto dal lavoro online. Giovanni è quello che si potrebbe definire un uomo di fatica, mani e nervi messe al servizio di una fabbrica, di un luogo dalle temperature alte e pericolose, dove l'essere umano non è altro che l'ennesima leva da tirare finché non si spezza. Qualcosa di ben diverso dal pubblicare video online, fare ricette o imparare a memoria lo slogan di un brand che paga per farsi pubblicità. Giovanni non crede a questo mondo dorato, per tutto il tempo non fa che chiedersi cosa bisognerà dare in cambio: nella sua mancanza di fiducia c'è però qualcosa di reale, qualcosa che somiglia quasi a una previsione. Rita, al contrario, si lascia irretire da questo mondo, si lascia cullare – come dirà lei stessa – dalla sensazione di essere una di quelli fortunati, una volta tanto. Una di quelle persone a cui succedono cose belle e che non sono costrette a combattere per qualsiasi cosa. Giovanni e Rita rappresentano i due modi di vivere e vedere i social, ma nel sottotesto del film sembra esserci proprio un indizio, una preghiera a non lasciarsi rovinare da un'illusione.

Le voci sole è un film lento, quasi rarefatto, che si costruisce soprattutto su lunghe telefonate ora buie ora piene di risate: ci sono inquadrature pressoché fisse che si trasformano in quadri grigi che rappresentano l'immutabilità di una vita in fabbrica, ma anche il senso di annichilimento del protagonista. Tutti questi elementi fanno sì che Le voci sole non sia un film per tutti: se siete amanti dell'azione a ogni costo, del ritmo serrato e febbrile, Le voci sole potrebbe non incontrare i vostri gusti. Ma il film di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi è un film intelligente, spaventoso per la sua natura tanto attuale.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
Le voci sole
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