Le leggi del desiderio
Le leggi del desiderio

Recensione: Le leggi del desiderio


Silvio Muccino torna nelle sale con il suo terzo film da regista e protagonista, una commedia romantica sul raggiungimento dei propri sogni...'attenti a quello che desiderate perchè potrete ottenerlo'.
Voto: 6/10

Le leggi del desiderio è il titolo dell'opera con cui Silvio Muccino ritorna al cinema, per la terza volta nella sua carriera nelle vesti di regista, protagonista e autore di una pellicola.

Nel film, Muccino interpreta Giovanni Canton, un life coach, ovvero un uomo che, nei suoi libri e spettacoli, si propone come trainer motivazionale, una figura che ha come obiettivo quello di insegnare alle persone a far avverare i propri desideri, spronandoli e motivandoli a inseguire i loro obiettivi per raggiungere il successo, nella vita privata come in quella lavorativa. Per il suo ultimo progetto, Giovanni ha deciso di condurre una sorta di esperimento dimostrativo su tre persone, che in sei mesi, sotto la guida di Canton, dovranno rivoluzionare la propria vita e arrivare al traguardo dei loro desideri. I prescelti sono Ernesto Colapicchioni (Maurizio Mattioli), un sessantenne in crisi dopo aver perso il lavoro, che vuole ritrovare un modo per mantenere la moglie invalida; Luciana Marino (Carla Signoris) moglie e madre repressa, con un hobby nascosto, ovvero scrivere racconti erotici al femminile; e infine Matilde Silvestri (Nicole Grimaudo), la timida impiegata della casa editrice per cui Giovanni Canton pubblica i propri libri. La vicenda segue così il percorso dei personaggi verso un cambiamento e una nuova consapevolezza di se stessi, processo a cui non sarà immune nemmeno il life coach.

Se le precedenti opere da regista di Silvio Muccino, Parlami d'amore e Un altro mondo, erano entrambe tratte da romanzi della scrittrice Carla Vangelista, quello di Le leggi del desiderio è invece un soggetto originale scritto da Muccino e dalla stessa Vangelista. Il personaggio di Silvio Muccino nel film prende spunto dalla figura del Life Coach, ispirandosi in particolare allo statunitense Anthony Robbins, autore di libri, seminari, consulente personale di nomi celebri come Bill Clinton e Donald Trump, tra gli altri; un mestiere, come mostra il film, controverso, al centro di polemiche sulla validità o meno dei metodi e dei consigli proposti da questi personaggi, considerati da alcuni veri e propri guru, da altri semplici ciarlatani.

Il raggiungimento dei propri desideri come corsa al successo, l'ossessione per arrivare sempre più in alto che si tratti di soldi, fama, sesso o potere: un tema attuale e di respiro universale, qui però anche modellato sull'Italia di oggi, al tempo della crisi, in cui i problemi legati al mondo del lavoro si sommano a dubbi e insicurezze personali e sentimentali, con equilibri di potere che si applicano tanto all'ufficio quanto alla coppia (con ironico riferimento a fenomeni come quello delle 50 Sfumature).

L'obiettivo di Silvio Muccino, che qui per la prima volta si affida alle musiche del jazzista Peter Cincotti, è comunque quello di realizzare una commedia romantica, sull'ottimismo e sulla speranza di riuscire a fare avverare i propri sogni, e sulla riscoperta dei sentimenti; l'attore e regista si allontana dal personaggio del giovane tormentato che ha finora caratterizzato i suoi precedenti lavori, per entrare nei panni del guru che ha già sollevato paragoni con il Tom Cruise di Magnolia. Dopo un'introduzione in cui si diverte a mostrare il lato più istrionico e surreale del suo life coach, però, Muccino preferisce metterlo da parte e concentrarsi sugli sviluppi sentimentali che coinvolgono soprattutto il suo personaggio e quello di Nicole Grimaudo, mentre si perde in parte il rapporto tra Canton e le figure di Maurizio Mattioli e Carla Signoris: è proprio a questi ultimi che si deve il lato più divertente del film, che strappa più di una risata allo spettatore; qualche lentezza di troppo invece sul finale, dove l'aspetto romantico diventa più scontato e prevedibile.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
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