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Le streghe son tornate, la recensione

All'ottava edizione del Festival del Film di Roma presentato, fuori concorso, Las brujas de Zugarramurdi, l'ultima opera del regista spagnolo Alex de la Iglesia. Un film divertente, con una sceneggiatura originale, ben scritta e degli interpreti molto bravi.

Al Festival Internazionale del Film di Roma viene presentato fuori concorso Las brujas de Zugarramurdi, l'ultima pellicola del regista spagnolo Alex de la Iglesia, vincitore a Venezia nel 2010 del Leone l'argento, nonché del premio Osella per la sceneggiatura con lo spettacolare La ballata dell'odio e dell'amore. Stavolta si parla di streghe, una categoria sovrannaturale molto di moda ultimamente, ma lo si fa nel pieno stile del regista, ovvero una commedia nera, che fa ridere molto e che non si prende mai sul serio, ma dove non mancano elementi più propri del cinema d'azione e non manca naturalmente neanche la violenza esagerata, al limite del ridicolo, che caratterizza il regista. 

Un gruppo di sbandati organizzano una rapina in banca per poter cambiare le loro misere vite, ma la situazione presto degenera e la polizia interrompe i piani della banda. Due di loro, Jose (Hugo Silva) e Tony (Mario Casas), riescono a fuggire prendendo in ostaggio un taxi, con tanto di autista e passeggero, insieme a loro si trova anche il figlio di Jose che ha partecipato alla rapina perchè quel giorno era il giorno che passa con il padre, essendo i loro genitori separati. Così il nuovo gruppo si mette in viaggio verso la Francia con l'intento di lasciare il paese, senza sapere di essere inseguiti sia dalla ex moglie di Jose che da due agenti della polizia. La prima sosta è in una cittadina sperduta al confine, Zugarramundi, famosa per essere stata, in passato, secondo una leggenda, teatro di strane manifestazioni di stregoneria. Il gruppo presto si renderà conto che quelle vecchie storie non erano poi così inventate…

La prima cosa che viene in mente quando si vede questo film è che sicuramente, al di là dei motivi per i quali non è così, meritava di essere in concorso. De la Iglesia si conferma un regista pieno di talento, molto creativo, originale, con uno stile evidente, uno dei migliori autori spagnoli degli ultimi anni. La pellicola è divertente, a tratti esilarante, con dialoghi e battute geniali, e soprattutto coraggioso perché propone una storia completamente folle, fortemente irrealistica ma, nonostante ciò, regge bene e non eccede mai troppo nelle bizzarrie (a parte verso il finale). Gli attori sono tutti bravi, in parte, compreso il piccolo protagonista. Il film, nel finale, perde un pò di brillantezza ma rimane comunque un ottimo lavoro assolutamente consigliato. 

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