Lamborghini - The man behind the legend
Lamborghini - The man behind the legend

Lamborghini – The man behind the legend, recensione del biopic con Frank Grillo


Lamborghini-The man behind the legend è il film che ripercorre la vita e la carriera del fondatore di una delle aziende più note e apprezzate a livello mondiale, con una storia che però riesce solo in minima parte a restituirne la parabola umana, creativa e visionaria.
Voto: 5/10

Lamborghini-The man behind the legend è il film (in arrivo in anteprima su Amazon Prime Video) che ricostruisce le origini del marchio che è tuttora uno dei più conosciuti in tutto il mondo, attraverso la storia del suo fondatore, raccontato nella sua parabola umana e professionale, con la partecipazione di Frank Grillo (noto per la saga di La notte del giudizio e per il ruolo di Brock Rumlow nel MCU).

La storia ha inizio nell'Italia degli anni '40, quando il giovane Ferruccio Lamborghini (interpretato in questa fase da Romano Reggiani) torna a casa a Cento, in Emilia Romagna, dopo aver prestato servizio nella Seconda guerra mondiale. Il ragazzo comunica al padre agricoltore di non voler affiancare i suoi fratelli nel lavoro sui terreni di famiglia, ma di volersi dedicare alla sua passione per macchine e motori: arrivano così il lavoro in officina, le gare automobilistiche, la creazione del famoso marchio, oltre al matrimonio con il suo primo grande amore Clelia e l'arrivo di un figlio. Il percorso però non è privo di difficoltà e momenti dolorosi, sia in famiglia che sul lavoro, dalla rivalità con la Ferrari che spinge l'imprenditore a passare alla produzione di macchine sportive, alla passione per il lusso e la bella vita a cui si accompagnano però le sue mancanze nel comparto affettivo.

Il film, che si ispira liberamente alla biografia scritta dal figlio Tonino (Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale), è stato scritto e diretto da Robert 'Bobby' Moresco (già premiato con l'Oscar per la sceneggiatura di Crash insieme a Paul Haggis) e ha avuto una lunga e complicata fase di gestazione, segnata da cambiamenti davanti e dietro la macchina da presa (inizialmente era previsto Antonio Banderas nel ruolo del protagonista).

Si può quindi ipotizzare che la realizzazione della pellicola non sia partita sotto i migliori auspici e che le traversie produttive ne abbiano condizionato l'esito, non avendo forse i mezzi e il tempo sufficienti a raccontare al meglio una storia che invece aveva tutte le premesse per essere ricca e avvincente.

La trama mescola vicende private e professionali come ci si aspetta naturalmente da un biopic, ma risulta troppo sbrigativa e lacunosa in entrambi i campi: dopo aver gettato le basi del racconto, il film sembra perdere progressivamente slancio e interesse per la storia che racconta, con una narrazione che procede in maniera episodica senza avere un ritmo fluido, come se non riuscisse a decidere su cosa concentrare maggiormente l'attenzione. 

Il cast vede nei ruoli principali attori italoamericani (oltre a Grillo, anche Mira Sorvino che interpreta Annita Borgatti) e italiani (Fortunato Cerlino, Matteo Leoni), ma a nessuno è dato davvero modo di brillare, a partire dallo stesso protagonista, mentre risulta sprecata la breve partecipazione di Gabriel Byrne nei panni di Enzo Ferrari.

Il film inoltre potrebbe essere anche un ritratto dell'Italia in transizione di quegli anni dal punto di vista socio-economico e culturale, con il cambiamento nei costumi e nell'industria, dalla provincia del dopoguerra alla mondanità fatta di feste con le celebrità dell'epoca (in una scena assistiamo a una serata di gala con l'esibizione di un giovane Tony Renis, interpretato per l'occasione da Giovanni Antonacci, nella realtà figlio di Biagio); la ricostruzione però rimane piuttosto approssimativa e scialba a livello estetico e formale, non priva di stereotipi, musiche comprese, che rendono il film molto simile a un prodotto di fattura televisiva, senza una forte impronta narrativa o registica.

Lamborghini è quindi un film che spreca l'occasione di raccontare al meglio la storia complessa e interessante di una figura nota in tutto il mondo, e gli appassionati a questo punto non possono che riporre le loro speranze nell'atteso Ferrari di Michael Mann che, almeno sulla carta, dovrebbe contare su un investimento produttivo più forte e, si può auspicare, un impianto più solido. 

Valutazione di Matilde Capozio: 5 su 10
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