La legge della notte, Recensione
La legge della notte è un film ben realizzato ma che affronta uno dei generi capisaldi della filmografia americana, quello gangster, senza alcun guizzo particolare, restando così abbastanza anonimo.
di Giorgia Tropiano / 02.03.2017 Voto: 6/10
Ben Affleck approda alla sua quarta regia con La legge della notte, per il quale è anche sceneggiatore e produttore insieme alla Appian Way di DiCaprio, e per la seconda volta collabora con lo scrittore Dennis Lehane, scegliendo una sua opera da trasporre sul grande schermo. La grande sintonia tra i due, che tra l'altro condividono le radici bostoniane, si era già notata in Gone Baby Gone, suo esordio alla regia , opera per l'appunto tratta dall'omonimo best seller dell'autore. Un grande cast è stato scelto per la realizzazione del film, oltre a Ben Affleck, nei panni anche del protagonista, abbiamo tre importanti attrici come Sienna Miller, Zoe Saldana ed Elle Fanning, oltre a Brendan Gleeson, Chris Messina e Chris Copper.
Joe Coughlin (Ben Affleck), figlio di un importante ufficiale della polizia di Boston (Brandan Gleeson), dopo aver partecipato alla guerra ed aver compreso e vissuto sulla propria pelle le crudeltà che essa comporta, fa ritorno a casa. Inizia a guadagnarsi da vivere come fuorilegge ma tendendosi lontano da le gang irlandesi o italiane che, in quegli anni, comandano a Boston. Si innamora però di Emma (Sienna Miller), la donna di un boss della mafia irlandese e finisce per mettersi nei guai. Dopo aver passato un periodo in prigione, vuole vendicarsi cercando di sfruttare la tensione tra gli italiani e gli irlandesi e si trasferisce a Tampa, in Texas, dandosi al contrabbando del rum.
La guerra e il successivo ritorno alla vita normale che però non è più quella che aveva lasciato o che si aspettava, portano Joe a perdere la speranza in quello che è il sogno americano e così, nonostante il suo animo non sia crudele o corrotto e quindi poco adatto ad un vita da fuorilegge, inizia ad intraprendere un percorso che lo porterà pian piano sempre più all'interno di un mondo comandato interamente da gangster pericolosi e senza scrupoli, nonostante inizialmente ne prenda le distanze perchè vuole vivere secondo le proprie leggi. Sarà l'amore a fargli commettere degli errori che lo porteranno lontano da Boston e in una nuova realtà.
Ben Affleck è sicuramente un buon regista, i suoi film precedenti sono senza dubbio dei lavori egregi, non capolavori ma opere da tenere in considerazione. Fatta questa premessa c'è da dire che per questo suo quarto lavoro, il regista sceglie un genere, quello gangster, che nel cinema mondiale ma sopratutto americano ha delle radici profonde e soprattutto capolavori insormontabili e registi rappresentativi, per cui è difficile scegliere di affrontarlo. E' un genere che può sembrare semplice perchè ha caratteristiche ben definite, molto più di tanti altri, ma che ha al suo interno tantissime sfaccettature e complessità, per cui o si crea un'opera originale, personale e di rilievo o il film rischia di finire tra i tanti che ci hanno provato ma che restano di media qualità finendo dritti nell'anonimato. E' quello che è accaduto per La legge della notte. E' un film ben realizzato sotto tutti i punti di vista ma è anche la classica pellicola che una volta usciti dalla sala si è già dimenticata.