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La felicità per principianti, recensione del film su Netflix

'La felicità per principianti' è una commedia senza troppe pretese che però intrattiene ed è un titolo perfetto per l'estate dei più romantici

Tratto dal romanzo Happiness for beginners di Katherine Center, La felicità per principianti è il nuovo film che si è aggiunto al sempre più vasto catalogo di casa Netflix. Un titolo che si preannuncia una visione adatta alla stagione più calda, all’estate fatta di progetti e di pomeriggi in ombra passati magari alla ricerca di una commedia che, pur senza avanzare chissà quali pretese, riesce a farci stare bene, a farci sorridere e a cancellare l’onda di cattive notizie che vengono vomitate ogni giorno dai social media e dai vari siti d’informazione.

Diretto da Vicky Wight e disponibile dal 27 luglio 2023 sulla nota piattaforma di video streaming on-demand, La felicità per principianti racconta la storia di Helen Carpenter (Ellie Kemper, che tutti conoscono per la serie Unbreakable Kimmy Schmidtsempre su Netflix – e per la sua partecipazione alla serie The Office) , un’insegnante di quarant’anni che, sulla soglia del divorzio, decide di ripartire da zero. Consapevole che il suo matrimonio è stato un errore, con il cuore spezzato e l’impossibilità di chiudere definitivamente con l’ex marito che le è stato infedele, Helen decide di partire per un’escursione, zaino in spalla, e affrontare una sorta di “corso di sopravvivenza” tra gli Appalachi, negli Stati Uniti, con stivaletti troppo stretti, insicurezze varie e la sensazione di essere capitata in mezzo a un gruppo di personaggi discutibili. All’escursione partecipa anche Jake (Luke Grimes), miglior amico del fratello e persona che Helen conosce da molti anni. Mentre è alla ricerca di se stessa e del suo nuovo posto del mondo, Helen impara molto sulla natura, la sopravvivenza, l’amicizia e sul suo bisogno di non lasciarsi sopraffare dagli altri e di riprendere in mano il corso della propria esistenza.

Una commedia leggera e divertente, senza troppe pretese

Come si diceva qualche riga più su, La felicità per principianti è una pellicola che non avanza alcun tipo di pretesa. Non vuole essere un film drammatico, non si presenta come un qualche capolavoro, e non ha l’ambizione a essere più di ciò che è: vale a dire una commedia leggera e divertente che, pur affrontando temi complicati come l’elaborazione del lutto e le malattie degenerative, non perde mai di vista il suo compito e il suo tone of voice. Non si può dire cerco che si tratti di un film originale: il dispiegamento della trama è prevedibile sin dalle prime inquadrature e il finale arriva puntualmente come era stato immaginato dal pubblico. Eppure, c’è una sorta di conforto in questa struttura così facilmente riconoscibile e identificabile: una sensazione simile a quella di tornare in un luogo sicuro dopo aver vagabondato fuori, al freddo, dove il pericolo può venire da ogni dove. Che poi è un po’ quello che fa la protagonista: smarrita nella sua stessa vita, confusa dai sentimenti che continua a provare, determinata a dimostrare soprattutto a se stesso di non essersi arresa alla quotidianità, Helen parte per l’avventura – nel vero senso della parole – e si getta in un viaggio che è molto al di fuori della sua comfort zone. E il viaggio segue questo suo disagio, finché Helen non trova di nuovo un posto sicuro. Un luogo e un rifugio che non è rappresentato da una casa o da una costruzione: il posto sicuro, per Helen, è il suo corpo, la sua identità. Per Helen sentirsi al sicuro vuol dire tornare finalmente a riconoscersi, a vedere un riflesso nello specchio e ritrovare la donna che era sempre stata, prima che il dolore e la delusione spazzassero via tutto il resto.

Un film scaccia pensieri molto ben recitato

La felicità per principianti è un viaggio che diverte e che forse affronta temi importanti in modo appena abbozzato, senza approfondire più di tanto. Si nota, inoltre, una certa tendenza a inserire qua e là elementi e personaggi che poi vengono abbandonati a sé stessi, come se non avessero altra funzione che costringere la protagonista a compiere azioni utili a far avanzare la trama. In alcuni punti, dunque, si potrebbe dire senza paura di sbagliare che la sceneggiatura di La felicità per principianti è una sceneggiatura a tratti sciatta, sicuramente distratta, che a volte aggiunge carne al fuoco senza nemmeno ricordarselo e altre insiste su elementi che si potrebbero sacrificare per dare più spazio a ciò che conta veramente. Ma, come si diceva in apertura, questa pellicola non vuole avere pretese di chissà quale tipo e si “accontenta” di intrattenere lo spettatore per meno di un paio d’ore, trasportandolo in una natura incontaminata ma piena di pericoli, specie per chi è abituato a vivere in città, con tutte le comodità a portata di mano. Se vi avvicinate a questo film, dunque, non lo fate aspettandovi chissà che: lasciatelo partire con l’idea di vedere un film scaccia pensieri che, tutto sommato, è molto ben recitato e permetterà, ai più romantici, di gongolare anche per un paio di dichiarazioni davvero ben assestate.

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