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Juliet, Naked – Tutta Un’altra Musica, la Recensione

Una donna insoddisfatta della propria vita entra in contatto con una rockstar sul viale del tramonto: commedia sulle seconde possibilità a ritmo di musica, da un romanzo di Nick Hornby.

Non solo è uno degli scrittori contemporanei di maggior successo, ma l'inglese Nick Hornby si conferma anche come uno dei più "saccheggiati" dal cinema: dai suoi romanzi sono stati tratti film come About a boy, Febbre a 90 e lui stesso ha scritto sceneggiature per film di successo quali An Education, Wild e Brooklyn.

L'ultimo arrivato al cinema è ora Tutta un'altra musica (in originale Juliet, Naked) tratto dall'omonimo romanzo del 2009, presentato in anteprima al Sundance Festival e poi da noi al Torino Film Festival.

Il film racconta la storia di Annie (Rose Byrne), una donna che ha rinunciato a molte delle sue ambizioni per accontentarsi di una vita tranquilla e poco stimolante in una cittadina costiera dell'Inghilterra; il suo compagno Duncan (Chris O'Dowd) è un fan sfegatato di Tucker Crowe (Ethan Hawke), un musicista americano che si è ritirato dalle scene da molti anni, senza motivo apparente, e che da allora ha fatto completamente perdere le sue tracce. Un giorno Annie lascia su internet un commento negativo sul lavoro di Tucker Crowe, viene contattata da lui in persona, e inaspettatamente i due danno il via a una corrispondenza via mail, in cui si raccontano i rispettivi fallimenti e rimpianti: scopriamo infatti che Tucker ha smesso di comporre musica, che ha collezionato numerosi figli da diverse donne e attualmente vive nel garage della sua ex moglie. Per entrambi sarà l'inizio di una serie di eventi che cambieranno la vita a loro e non solo.

 Juliet, Naked – Tutta un'altra musica è un film in cui si percepisce chiaramente lo stile di Nick Hornby, un autore per le cui storie si utilizza spesso l'aggettivo "dolceamaro", valido anche in questo caso: i suoi personaggi sono spesso intrappolati in una vita insoddisfacente o al di sotto delle proprie potenzialità, sulla soglia dell'età adulta, mentalmente se non anagraficamente, e chi esce peggio da questo ritratto sono solitamente gli uomini, immaturi ed eterni bambinoni.

Il film è diretto dall'americano Jesse Peretz, regista tra l'altro di molti videoclip musicali e musicista lui stesso (era il bassista della band Lemonheads), e forse non è un caso: la musica ha spesso un ruolo importantissimo nelle opere di Hornby (basti pensare ad Alta fedeltà e alla raccolta 31 canzoni); qui ci sono da una parte il personaggio dell'artista-meteora ormai cinico e disilluso, e dall'altra il gruppo tenace e appassionato dei suoi fan per i quali lui è un oggetto di culto al limite della venerazione.

 Più che a una classica commedia romantica, ci troviamo davanti a un racconto di formazione i cui protagonisti sono costretti a fare i conti con se stessi, con i loro nodi irrisolti, le aspettative altrui oltre alle proprie, per capire infine cosa vogliono davvero dalla vita.

I personaggi principali sono visti con affetto nelle loro imperfezioni, e coinvolti in una serie di situazioni spesso bizzarre, ma che vogliono mantenere un fondamento di veridicità: ci sono momenti comicamente paradossali (la riunione della "famiglia allargata" in ospedale su tutte), altri più commoventi, alcuni che, infine, virano verso il dramma, con una trama ricca di spunti e riflessioni che, forse per motivi di tempo, non vengono tutti sfruttati e approfonditi fino in fondo.

Juliet, Naked è una commedia garbata e piacevole, raccontata con dolcezza e ironia, interpretata da un cast di bravi attori, consigliata a chi vuole ritrovare lo spirito e l'atmosfera dei romanzi di Nick Hornby.

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