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It follows, la recensione

It follows, un horror presentato al festival di Toronto nel 2014, è una pellicola riuscita ma non fino in fondo, anche se nel suo genere è un buon prodotto.

It follows è un horror presentato ufficialmente durante il Toronto Film Festival del 2014, finalmente arrivato anche nelle sale italiane grazie alla distribuzione Koch Media, scritto e diretto da David Robert Mitchell, grande successo di pubblico e di critica negli Stati Uniti, si è parlato anche di un possibile sequel visto il riscontro positivo ottenuto.

Jay (Maika Monroe) è una diciannovenne come tante che vive nella periferia americana e passa le vacanze estive tra amici, nuotate e passeggiate. Dopo un rapporto sessuale con un ragazzo che frequentava, inizia ad essere perseguitata e seguita da strani individui spaventosi e deve fare in modo di non farsi prendere o morirebbe. Così ha inizio un vero e proprio incubo per Jay e i suoi amici, che cercano di scappare lontano dalle visioni ma ogni luogo non è mai troppo lontano o al sicuro. Chiunque la perseguiti sa sempre come trovarla.

Il regista ha affermato che l'idea per la pellicola è nata da un suo incubo infantile, un incubo che in realtà è abbastanza comune tra le persone, quello di essere seguiti e rincorsi da qualcuno, noi che nei sogni scappiamo ma ovunque andiamo non riusciamo a seminare chiunque ci stia seguendo. Quindi è facile immedesimarsi con quello che vediamo nel film, cosa molto importante in un film horror perchè questo aspetto non fa che aumentare l'empatia dello spettatore con ciò che la protagonista vive. Per questo motivo, da un punto di vista sensoriale, visivo ed emotivo, It follows è senza dubbio una pellicola di buona qualità nel suo genere. Crea tensione, angoscia e la giusta dose di paura. 

Anche i protagonisti sono ben scelti ed efficaci nelle loro parti, l'atmosfera creata è indubbiamente la cosa più riuscita dell'opera, l'unica pecca è nel finale della storia. L'idea di base è ben sviluppata, nulla di banale o già visto, ma poi man mano che la trama si infittisce l'intreccio perde un pò di stimoli e diventa più piatto, senza arrivare ud una conclusione soddisfacente o comunque pienamente comprensibile. 

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