Interstellar, la recensione
Interstellar, il nuovo film di Christopher Nolan, tra i più attesi degli ultimi anni, è finalmente in uscita nelle sale. Aspettatevi un film imperfetto e troppo compiaciuto soprattutto nel finale ma comunque molto affascinante, coinvolgente, assolutamente da vedere.
di Giorgia Tropiano / 05.11.2014 Voto: 8/10
Ormai tutto il mondo aspetta un film di Nolan con grande attesa e ogni volta, almeno fino adesso, viene ben ripagato. Non sappiamo ancora se sarà così anche per la sua nuova opera, Interstellar, ma per quanto ci riguarda l'attesa non è stata delusa. Christopher Nolan prende in mano un progetto che sarebbe dovuto essere di Spielberg che si basa sulla teoria del fisico Kip Thorne secondo cui può essere possibile viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un wormhole, una galleria gravitazionale, una sorta di scorciatoia che permetterebbe di spostarsi da un punto all'altro dell'universo più velocemente di quanto ci impiegherebbe la luce attraverso lo spazio normale. La sceneggiatura viene affidata dalla Paramount Pictures a Jonathan Nolan e dopo anni di stallo la Warner Bros. e la Paramount decidono di far dirigere il film a Christopher Nolan, il quale parte dalle idee già sviluppate dal fratello e insieme realizzano il nuovo script. Il cast chiamato per recitare nel film è stellare: i premi oscar Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Matt Damon, Michael Caine, Ellen Burstyn e i canditati all'Oscar Jessica Chastain e Casey Affleck.
In un futuro imprecisato la Terra sta morendo, i cambiamenti climatici hanno sconvolto tutta produzione agricola e ormai ogni coltura una dopo l'altra non esiste più, è rimasto solo il granoturco per sfamare la popolazione terrestre e oltretutto le piogge ormai quasi inesistenti stanno trasformando gli habitat naturali in distese di sabbia. Un gruppo di scienziati della NASA, in gran segreto, sta cercando di trovare un pianeta dove sia possibile la vita di modo che l'intera popolazione sopravvissuta possa lasciare la Terra, ormai impossibile da salvare.
Iniziamo col dire Interstellar, il nuovo film di Christopher Nolan, uno dei film più attesi degli ultimi anni, è finalmente in uscita nelle sale. Aspettatevi un film imperfetto e troppo compiaciuto soprattutto nel finale ma comunque molto affascinante, coinvolgente, assolutamente da vedere.che Interstellar è un film imperfetto, ma ciò non toglie che sia molto affascinante, audace, forse non del tutto riuscito ma coraggioso, come tutti i film di Nolan del resto. Prima di analizzare la pellicola c'è da sottolineare il fatto che in un film di questo tipo solitamente non ci si aspetta grandi performance attoriali ma una delle cose che Nolan sa fare molto bene è dirigere gli attori e mettere insieme un gruppo di grandi talenti lasciando loro spazio per mettere in mostra la loro bravura. Altro punto a favore della pellicola è il fatto che la sua durata proibitiva, quasi tre ore, non risulta per nulla pesante, anzi il tempo scorre veloce e non ci si accorge quasi del fatto che stia arrivando la fine.
Interstellar può essere diviso in tre parti. La prima, sulla Terra, è quella più riuscita. Il personaggio di Cooper (Matthew McConaughey), così come quello della piccola Murphy, sua figlia, sono molto efficaci e il loro rapporto è qualcosa che coinvolge lo spettatore fin da subito. Tutto la parte iniziale, sia per come è girata, per le ambientazioni, l'utilizzo della musica, la fotografia, ricorda molto lo stile spielberghiano a cavallo tra gli anni '70 e gli '80. La storia è fin da subito affascinante e coinvolgente. La parte centrale cambia del tutto rotta. Si lascia la Terra e inizia il viaggio per nuovi pianeti, da quel momento in poi l'azione di sposta all'interno di navicelle spaziali. Iniziano anche le spiegazioni complicate, quelle scene che piacciono tanto a Nolan in cui qualcuno spiega per filo e per segno quello che sta avvenendo perché si parla di cose al di fuori dell'umana comprensione, almeno per quasi tutti gli umani, ma che risultano, all'interno del complesso filmico, pesanti e un po' troppo forzate. Resta comunque il fatto che dal punto di vista visivo questa parte sia meravigliosamente verosimile e assolutamente affascinante. Gli effetti visivi sono riuscitissimi perché sembrano così reali e non prendono mai il sopravvento sull'aspetto narrativo. La parte finale è quella meno riuscita, quella in cui Nolan esagera, mette il piede sull'acceleratore, e fa prendere al film una piega metafisica troppo inverosimile. Come si dice in questi casi: parte per la tangente. Il film diventa una sorta di 2001 versione moderna, se però Kubrick mantiene comunque il discorso su un livello poetico e filosofico, Nolan tende a voler spiegare logicamente anche questa parte, che di logico ha ben poco, forse è proprio questo il suo errore. Se però consideriamo l'intero processo e il fatto che il regista ci ha abituato a cose di questo tipo dove spesso esagera nelle sue manie di grandezza, il finale alla fine può anche starci.
Consiglio spassionato: cercate di affrontarne la visione cercando di non voler comprendere per forza tutte le spiegazioni o i passaggi perché c'è il rischio che entriate in un tunnel senza via di uscita, vivete il film così com'è, come un'opera complessa ma allo stesso tempo affascinante.